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Segnalata per la prima volta nel 1991 davanti il porto di Tripoli in Libia risulta
estremamente invasiva: presente lungo le coste di 13 paesi mediterranei (Albania, Algeria,
Cipro, Croazia, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Libia, Malta, Montenegro, Tunisia e
Turchia) ma anche in Atlantico e nell'arcipelago delle Canarie (Klein and Verlaque, 2008).
Per quanto riguarda il suo ingresso in Mediterraneo, Klein & Verlaque (2008) ipotizzano
un’introduzione per antropocoria (traffici marittimi, ballast waters o acquariofilia). Bisogna
specificare che in Mediterraneo sono stati identificati tre taxa infraspecifici di C. racemosa
(Verlaque et al., 2000; 2003): un taxon corrispondente alle due varietà C. racemosa var.
turbinata (J. Agardh) Eubank e var. uvifera (C. Agardh) J. Agardh, C. racemosa var.
lamourouxii (Turner) Weber-van Bosse F. Requienii (Montagne) Weber-van Bosse e la
recententemente introdotta C. racemosa var. cylindracea.
L’identità e l’origine del recente ceppo di C. racemosa introdotto in Mediterraneo è
rimasto oscuro per più di una ventina di anni. Diversi scenari sono stati proposti per
spiegare la sua rapida diffusione in Mediterraneo. In prima istanza è stato ipotizzato che C.
racemosa fosse una migrante lessepsiana (Alongi et al., 1993; Giaccone & Di Martino
1995). Approfondite analisi morfologiche e bibliografiche non hanno però supportato
questa ipotesi ma hanno avvalorato l’idea che la specie fosse stata accidentalmente
introdotta (Verlaque et al., 2000). Dati molecolari hanno infine confermato quelli
morfologici e suggerito un’origine ibrida per la specie (Durante et al., 2002). Soltanto
recentemente si è scoperto che Caulerpa cylindracea Sonder (1845) endemica
dell’Australia sud-occidentale, in particolare della regione tra Perth e Hopetoun (Harvey,
1858; Womersley, 1984), è il taxon recentemente introdotto in Mediterraneo (Famà et al.,
2000; Verlaque et al., 2003). Uno studio morfologico e genetico ha quindi classificato
questo taxon come C. racemosa var. cylindracea (Sonder) Verlaque, che da ora in poi
chiameremo C. racemosa. Studi di genotipizzazione indivuduo - specifica di C. racemosa,
hanno inoltre provato che le colonie rinvenute in Albania, Algeria, Cipro, Croazia, Spagna,
Francia, Grecia, Italia, Libia, Malta, Montenegro, Tunisia e Turchia appartengono tutte allo
stesso ceppo di provenienza australiana (Famà et al., 2000; Verlaque et al., 2000, 2003;
Nuber et al., 2007).
Il successo di quest'alga è da attribuire alla sua elevata plasticità dal punto di vista sia
morfologico che fisiologico, che le consente di adattarsi a diverse condizioni ambientali, e
alla capacità di riprodursi con successo sia sessualmente che per via vegetativa.
In Italia, paese del Mediterraneo maggiormente interessato dall'invasione di C. racemosa
(500 Km di coste), l'alga è stata segnalata per la prima volta nel 1993 lungo le coste
siciliane da Alongi et al. Il numero delle segnalazioni in Sicilia è andato progressivamente

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