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Fig. 3. L’A.M.P.” Isole Egadi” e le sue zone di protezione.

Il nome dato alle isole Egadi deriva dal latino ‘’Aegates’’, che a sua volta proviene dal
greco ‘’Aegatae’’ che significa letteralmente ‘’isola delle capre’’. Favignana è l’isola più
grande dell’arcipelago e, per via della sua forma simile ad una farfalla, fu inizialmente
chiamata ‘’Aegusa’’ (farfalla) e successivamente ‘’Favonia’’, per via del fatto che il vento
Favonio spira lungo le sue coste. Levanzo, al contrario, è la più piccola delle tre isole che
compongono le Egadi, con un’estensione di soli 6 Km2, ed è anche la meno alta rispetto al
livello del mare. I fondali delle isole dell’intero arcipelago sono caratterizzati da estese
praterie di Posidonia oceanica che dominano, in maniera pressocchè costante, il paesaggio
marino sommerso. I posidonieti svolgono un’importantissima funzione a livello ecologico
in quanto costituiscono un habitat ideale per la riproduzione di numerose specie ittiche.
L’A.M.P. delle isole Egadi rappresenta un’area ad elevata biodiversità per via della varietà
di habitat che essa presenta, sia nelle zone costiere che nei fondali. Sono numerosi gli
endemismi che si possono riscontrare in quest’area, tra i quali la crucifera Brassica
macrocarpa ed il mollusco polmonato Oxychilus egataensis. Altrettanto numerose sono le
specie protette, tra cui la rarissima foca monaca (Monachus monachus), la tartaruga marina
Caretta caretta ed alcuni cetacei (tursiopi e stenelle). Di fondamentale importanza

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