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evidenziata alcuna colonizzazione da parte dell'alga sulle praterie di P. oceanica in buono
stato (caratterizzate da un'elevata densità di fasci fogliari) in molte regioni del
Mediterraneo (Piazzi e Cinelli, 1999; Ceccherelli et al., 2000; Piazzi et al., 2001 a, 2005;
Ruitton et al., 2005); altri studi, tuttavia, hanno dimostrato l'occorrenza di cambiamenti nel
ciclo vegetativo e nella produzione della fanerogama marina.

        La particolare invasività delle alghe del genere Caulerpa sembra sia dovuta alla
buona capacità di colonizzazione di sedimenti non vegetati, all'ampia tolleranza nei
confronti degli stress ed alla resistenza a limitazioni di nutrienti e luce; in altre parole, sono
caratterizzate da una rapido accrescimento vegetativo (associato ad una riproduzione per
frammentazione molto efficiente) e da una particolare persistenza e competitività delle
popolazioni (Piazzi e Cinelli, 1999; Williams e Grosholz, 2002; Ceccherelli et al., 2000).
Sulla base degli studi esistenti, si possono trarre le seguenti conclusioni su C. racemosa in
Mediterraneo:
1) C. racemosa, che colonizza attualmente il Mediterraneo, può presentare differenti
caratteristiche morfologiche da una regione all’altra o, come emerge dai campioni descritti
all’inizio del XX secolo, nella stessa regione.
2) C. racemosa colonizza tutti i tipi di substrato - roccioso, sabbioso, fangoso e fondali
degradanti a Posidonia oceanica fino a 60 metri di profondità e interferisce con le
biocenosi marine. Inoltre, si sviluppa egualmente bene in acque inquinate e non inquinate.
3) L’espansione di C. racemosa, secondo ricerche preliminari, può alterare gli habitat
marini.

A Caulepa taxifolia  B Caulerpa racemosa

Fig. 1. Le specie più comuni del genere Caulerpa in Mediterraneo.

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