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È possibile quindi affermare che è in corso un’invasione biologica di specie ad affinità
tropicale e subtropicale di rilevanti dimensioni, favorita dalla recente tendenza al
riscaldamento globale (Walther et al., 2002). L’ultimo rapporto della CIESM (2008), pur
sottolineando l’impossibilità di fare delle reali previsioni, afferma che l’insieme dei dati ad
oggi rilevati nel Mediterraneo permette di effettuare una serie di ipotesi sul futuro del
bacino:
1. la persistenza dell’attuale tendenza verso la tropicalizzazione causerà un aumento dello
spazio disponibile per le specie tropicali;
2. le specie indigene di affinità boreale andranno probabilmente incontro a periodi di
regressione, sopravvivendo in acque profonde meno influenzate dal riscaldamento
superficiale;
3. le specie indigene di affinità tropicale attraverseranno probabilmente un ampliamento
del loro range geografico e stagionale di distribuzione;
4. alcune delle specie esotiche di origine tropicale che raggiungeranno il bacino avranno
buone opportunità di proliferare;
5. le occasioni saranno più basse per il successo di specie aliene adattate a climi temperato-
freddi.

        Queste ultime considerazioni scaturiscono dal fatto che le specie alloctone
interagiscono negativamente con gli ecosistemi che li ospitano attraverso differenti tipi di
impatto e più precisamente: competendo con le specie autoctone, modificando habitat,
turbando ed in alcuni casi allarmando il mercato della pesca, essendo vettori di patologie e
parassitosi. Le ripercussioni sull’ambiente sono tutt’altro che trascurabili: da mutamenti
macroscopici dell’ecosistema e semiestinzione di specie autoctone, ad alterazioni meno
evidenti e ad una riduzione della biodiversità.
La problematica relativa all’impatto delle specie aliene sulla biodiversità, gli ecosistemi e
l’economia delle aree investite ha rilevanza planetaria tanto che la tematica è stata
enfatizzata sin dal 1992 dall’art. 8 della Convenzione sulla Diversità Biologica e più
recentemente dall’art. 13 del Protocollo ASPIM (Aree Specialmente Protette in
Mediterraneo) della Nuova Convenzione di Barcellona.
Inoltre, molte organizzazioni Internazionali partecipano a quella che è oggi identificata
come la lotta alla minaccia delle specie aliene come ERNAIS (European Research
Network on Aquatic Invasive Species), IUCN-ISSG (Invasive Species Specialist Group),
RACSPA (Regional Activity Center for Specially Protected Areas).
Gli effetti delle specie alloctone sulla biodiversità mediterranea e sull’economia delle
attività a diretta fruizione del mare, prima tra tutte la pesca, sono talmente evidenti che il
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