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Evidenze tratte da studi molecolari di campioni museali suggeriscono che M.
galloprovincialis abbia rimpiazzato M. trossulus nel Sud della California nell’ultimo
secolo. Recenti ricognizioni di specie criptiche nei sistemi marini consentono di ipotizzare
che ancora molte altre invasioni criptiche debbano essere scoperte.
Allo stesso modo delle invasioni criptiche, è anche possibile che si verifichino perdite di
genotipi autòctoni attraverso l’ibridizzazione e l’introduzione dei geni alloctoni nel pool
genico autòctono, come è accaduto nel caso della pianta Spartina alterniflora Loisel che
definisce il confine dell’habitat nelle paludi salmastre degli U.S.A. orientali. Nella Baia di
S. Francisco, dove questa specie invasiva è diventata stanziale dopo la sua introduzione
intenzionale, avvenuta nel 1975, si è verificata una ibridizzazione con la nativa Spartina
foliosa (Josselyn 1984). L’ibrido è estremamente invasivo (molto di più di S. alterniflora) e
i genotipi autòctoni in pochi anni si sono localmente estinti nelle paludi invase come
risultato di una maggiore diffusione del polline degli ibridi.
Tutti questi studi ci confermano come le invasioni di specie alloctone abbiano delle
implicazioni, sia di tipo ecologico che di tipo evolutivo, e come gli esseri umani stiano
amplificando il processo naturale di espansione di parecchi ordini di grandezza, cosa che
non ha precedente storico.

1.4. CONSIDERAZIONI GENERALI SULLE SPECIE ALLOCTONE PRESENTI NEL MAR
MEDITERRANEO

        Il Mar Mediterraneo, dal latino Mediterraneus in mezzo alle terre, è caratterizzato
da una grande ricchezza biologica e paesaggistica. L’estrema peculiarità di questo bacino
deriva dai molteplici fattori ambientali e climatici ma soprattutto dalla sua complessa storia
geologica (Blondel & Aronson, 1999).
I ripetuti fenomeni di separazione e congiungimento delle masse continentali durante il
Terziario, e l’importanza dei cinque episodi glaciali avvenuti durante il Quaternario, hanno
fatto sì che la fauna e la flora del Mediterraneo si siano lentamente evolute in una
combinazione unica di elementi. La convivenza di specie boreali (entrate durante i periodi
freddi), temperate e subtropicali atlantiche, determina l’elevata biodiversità che
caratterizza il Mar Mediterraneo. Questo ospita infatti tra il 4% e il 18% delle specie
marine di tutto il mondo, pur rappresentando solo lo 0,82% della superficie e lo 0,32% del
volume di tutti gli oceani del pianeta.

        Da questa breve premessa si evince che il Mediterraneo, nel corso dei millenni, è
stato sempre un “mare sotto assedio” (Galil et al., 2002), recettivo nei confronti di specie
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