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1.3. CONSEGUENZE DI UN’INVASIONE

        Le conseguenze e gli effetti di un’invasione sono molteplici e si riscontrano sia a
livello ecologico che a livello evolutivo (Grosholz, 2002). La metodologia concettuale
impiegata dalla maggior parte dei biologi marini che studiano le invasioni di habitat
litoranei deriva dall’ecologia delle comunità bentoniche. Studi recenti hanno cominciato ad
esaminare gli effetti indiretti a livelli trofici diversi cercando di non focalizzare l’attenzione
esclusivamente sugli effetti negativi apportati alle specie autòctone ma spostando
l’attenzione sull’intera comunità. Quest’ultima potrebbe, infatti, influenzare l’invasione
stessa, prestandosi per le sue caratteristiche all’ingresso di nuove specie.

        E’ stato osservato che, rispetto a sistemi più complessi, le comunità meno
diversificate vengono più facilmente invase dalle specie aliene (Grosholz, 2002). Ciò si
spiega in quanto il numero di specie autòctone è maggiore e quindi diminuisce la quantità
di spazio disponibile per gli invasori. E’ emerso, inoltre, che sia le caratteristiche
biologiche che quelle fisiche delle comunità autòctone influenzano il successo degli
invasori; queste stesse caratteristiche interessano il tasso ed il limite della diffusione
geografica della specie invasiva (Levine e D’Antonio, 1999).
Altri studi hanno misurato gli effetti delle specie alloctone sulla demografia di una singola
specie autòctona. Sia Race (1982), lavorando sul mollusco terrestre Ilyanassa obsoleta (Say
1822), introdotto nella Baia di San Francisco (CA, U.S.A), che Brenchley e Carlton
(1983), lavorando su Littorina littorea (Linneo 1758), un mollusco marino introdotto nella
Baia di Cape Code (MA, U.S.A.), hanno dimostrato gli effetti negativi degli invasori sulle
popolazioni delle lumache autòctone.
Gli effetti dell’introduzione della lumaca asiatica Batillaria attramentaria (Brugière 1792)
sui parametri demografici, che comprendono la sopravvivenza, lo sviluppo e la
riproduzione della specie autòctona delle paludi saline californiane Cerithidea californica
(Haldeman 1840), sono stati misurati tramite degli esperimenti manipolativi sul campo ed i
relativi modelli demografici. L’invasore è risultato sensibilmente più efficiente nel nutrire
la propria prole. I dati sperimentali, i modelli sulle popolazioni future e della loro
dimensione sono stati usati per indicare che B. attramentaria sta sostituendo lentamente C.
californica e che il declino della riproduzione può essere usato come indicatore della
diminuzione della popolazione (Byers, 2000a). L’autore ha utilizzato un modello
computerizzato per simulare l’invasione subita da C. californica ad opera di B.
attramentaria e, utilizzando i dati raccolti sul campo, ha programmato un modello di
crescita tale da simulare l’estinzione delle lumache native entro novant’anni. Così facendo,

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