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L’isola di Marettimo, con una superficie di 12 Kmq, è la più distante dalla costa
trapanese e rappresenta il segmento più occidentale, emerso, della catena
montuosa siciliana.
E’ separata dalle isole di Favignana e Levanzo da un canale sottomarino, detto di
Marettimo. Questo canale, che ha una profondità di oltre 350 metri, con molta
probabilità è rimasto sommerso anche durante i periodi di massimo abbassamento
eustatico del Pliocene facendo sì che Marettimo, con il mare a -120 metri sotto il
livello attuale, rimanesse sempre isolata dalla terraferma al contrario del resto
dell’Arcipelago che diventò una sola terra emersa in continuità con la Sicilia (ABATE
et al., 1982; 1996; AGNESI et al., 1993).
E’ costituita prevalentemente da depositi carbonatici, evaporatici e calcareo-silico-
marnosi di età Trias medio-Cretaceo inferiore riferibili ad ambiente di piattaforma
carbonatica e piattaforma carbonatica-pelagica (ABATE et al., 1996).
Fra le isole Egadi è la più alta ed aspra; presenta due dorsali montuose,
corrispondenti a due allineamenti strutturali, che decorrono parallelamente in
direzione NO-SE: la prima si trova nella porzione centrale dell’isola ed include
Monte Falcone, il rilievo più alto dell’isola, mentre la seconda dorsale borda la costa
occidentale fino a ricongiungersi con la prima.
La natura carbonatica di quasi tutte le rocce affioranti sull’isola ha favorito i
processi carsici, fondamentali nella formazione delle numerose grotte marine
presenti a Marettimo (ABATE et al., 1999).
Sono poco sviluppate le spiagge sabbiose e ciottolose che generalmente sono
ristrette a pochi metri e confinate entro piccole cale. Presenta coste rocciose, alte e
frastagliate e fondali anch’essi prevalentemente rocciosi, più o meno irregolari e
costituiti da dolomia compatta sulla quale si impianta la normale successione della
vegetazione fotofila di ambiente battuto. In alcuni tratti di costa, la forte corrente e
la diversa esposizione alla luce delle pareti rocciose determinano condizioni tali da
far ritrovare biocenosi tipiche di piani differenti ad una stessa batimetrica.
Inoltre, data la gran trasparenza delle acque, si rinvengono popolamenti fotofili
tipici del piano infralitorale a profondità superiori rispetto alla batimetria dei 15/20
metri (GIACCONE e SORTINO, 1974).
Nel piano infralitorale si ha la predominanza della Posidonia alternata però,
soprattutto nei tratti rocciosi poco inclinati, da fasce di Cystoseira spp e da
formazioni rocciose ricoperte da popolamenti fotofili o sciafili.

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