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La costituzione delle riserve marine impone a tutti i soggetti una
riflessione ed un ripensamento per riqualificare e rendere compatibili le
attività produttive.

   Lungo le coste e nelle isole le aree protette possono essere
l’occasione per la realizzazione di una gestione integrata del territorio
con le attività economiche, in particolare con l’economia ittica,
prevedendo da un lato l’attivazione di una serie d’iniziative per
incrementare le risorse ittiche rinnovabili (protezione delle aree di
riproduzione, insediamento di allevamenti a basso impatto ambientale,
potenziamento dei sistemi di pesca più selettivi, come la piccola pesca),
e definendo dall’altro nuovi sbocchi occupazionali che la riserva può
creare (pesca-turismo, attività ricreative, di controllo e vigilanza del
territorio, di bonifica ambientale, ecc.), riservandoli prioritariamente a
quei soggetti sociali inseriti nei processi di riconversione dei lavori non
compatibili.

   I mezzi e gli stanziamenti disponibili per raggiungere gli obiettivi
indicati, comprese le previste misure di incentivazione per Comuni,
Province, ed anche privati, che intendano realizzare iniziative produttive
o di servizio compatibili con le finalità istitutive della riserva, vanno
potenziati per poter far fronte ad un’efficace politica di tutela e
sviluppo.

   D’altro canto le Aree Protette Marine e le isole minori, così come i
Parchi, necessitano di un’attenzione particolare, perché salvaguardano
complessivamente gli ecosistemi marini, ma anche le nostre tradizioni e
la nostra cultura, la nostra storia, e perché offrono nuove e moderne
opportunità aggiuntive di occupazione e di benessere, per cui non si
può rischiare di perdere o “sperperare” un simile patrimonio.

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