Page 84 - LA PESCA NELLA PROVINCIA DI TRAPANI
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colo, la sola pesca era incapace di assicurare i mezzi di vita alle po-
polazioni costiere: queste riuscivano a bilanciare le entrate coi bisogni
in parte dedicandosi anche alla navigazione (oggi decaduta) ed in par-
te alternando la pesca con altre occupazioni (agricoltura, edilizia, mi-
grazioni stagionali): la popolazione di Castellammare del Golfo è an-
cora oggi un vivente esempio, giacchè molti sono ancora i pescatori-
agricoltori. Pantelleria aveva una popolazione di pescatori e marinai che
si dedicavano alla coltivazione dell'uva. A Pantelleria l'insperata for-
tuna della viticultura ha trascinato quella popolazione alla monocul-
tura, con le disastrose conseguenze di cui anche la stampa nazionale si
è fatta eco recentemente; su altre coste siciliane la pesca, da occupa-
zione abituale si è trasformata in occupazione prevalente, se non unica,
per effetto degli straordinari successi postbellici, ed ha visto affiuire an-
che contadini di lontane zone. Il risultato è la crisi sociale alla quale
assistiamo, effetto della crisi economica della pesca.
Esempi di monoculture letali si registrano per Iviza <saline), Ma-
dera (zucchero), Chio (vino), Cipro (vino) e cosi via. Persino l'iso~a delle
Oerbe, con la sua monocultura dell'olivo, ci dà un esempio. Chi si ar-
ricchisce con le monoculture, anche se queste, da principio, stabilisco-
no un monopolio? Mai i luoghi di produzione, sempre i commercianti
forestieri. Lo zibibbo, oggi miseria di Pantelleria, è ricchezza per i gros-
si importatori; il pesce conservato siciliano mantiene ad un bassissi-
mo livello di vita i pescatori, ma arricchisce i vari mediatori e grossi-
sti che lo vendono in Italia.
Sono parole tristi, ma che additano la radice del male: si è fatto
troppo affidamento sulla pesca ed oggi la crisi sociale impone - poi-
chè si tratta della vita di esseri umani - di perseverare su una via
che non è precisamente quella indicata dall'econmia. Vogliamo citare
in proposito alcune righe di un grande storico, tanto più acuto quanto
più disinteressato nella questione, il quale riferisce un esempio greco
che si attaglia alla Sicilia. (Braudel, La Méditerranée et le Monde Mé-
diterranèen, Parigi, 1949, pag. 111); «Si stabilisce una associazione fra
la vita marittima e l'economia montana. Esse si penetrano e si com-
pletano. Di qui una stupefacente associazione delle semine, dei giardi-
ni, dei frutteti, della pesca, della vita marittima. Nell'isola dalmata di
Mijet un viaggiatore ci indica che ancora oggi il lavoro degli uomini si