Page 15 - Massa_2011
P. 15

tifìcare una Pterolepis come Rhacocleis. Essi hanno quindi messo in evidenza che
          la presenza o l'assenza di spine nel lato interno delle tibie anteriori consente la
          separazione, rispettivamente, tra Rhacocleis e Pterolepis. L identificazione basa-
          ta sul numero delle spine nelle tibie posteriori ha condotto in più occasioni ad
          errori di classificazione (ad es. una Pterolepis pedata di Sardegna identificata co-
          me Rhacocleis neglecta nella coli. Brunner, Naturhistorisches Museum di Vien-

          na). Baccetti et al.  (1995), esaminando un esemplare femmina di Lampedusa,
          secondo il numero delle spine apicali (due invece di quattro) identificabile co-
          me Rhacocleis, hanno descritto Rhacocleis berberica dubronyi proprio in omag-
          gio ad A. Dubronf. Tuttavia, ad un'attenta analisi, le tibie anteriori dell'holo-
          typus sono prive di spine nel lato interno, e pertanto oggi sono arrivato alla
          conclusione che si tratta di una Pterolepis. Il confronto con una serie di P. pe-
          data di Lampedusa ha quindi consentito di stabilire la sinonimia Rhacocleis ber-
          berica dubronyi Baccetti, Massa et Canestrelli, 1995 = Pterolepis pedata A. Co-
          sta, 1882 (Massa, 20 l Oa).


             Pterolepis elymica Galvagni et Massa, 1980 (Tav.  l)
             Marsala, Foce F. Birgj (Galvagni e Massa, 1980); Capo Feto (La Greca, 1981,
          sub P. siciliensis); Marausa, Isola Lunga, Saline di Trapani (Massa, 1994c); Sa-
          line di Trapani (Massa et al., 2006).
             Specie endemica della costa Trapanese, a fenologia estivo-autunnale.


             Rhacocleis annulata Fieber, 18 53
             Sicilia (Bellier de la Chavignerie, 1860, sub Pterolepis punctifroni); Catania,
          Salaparuta, Castelbuono (Riggio e Pajno, 1886-87); Madonie (Riggio, 1887a);
          Palermo, Catania (Krauss, 1887); Ustica (Riggio, 1889); S. Ninfa-Ponte Cor-
          vo, Salemi-S. Ninfa, Partinico, Monreale, Lipari (Riggio, 1891); Ustica, Lipa-
          ri, S. Ninfa-P.Corvo, Salaparuta, Castelbuono, F. Ciane, Torr. Cataratti, Colle
          S. Rizzo (Ramme, 1927); Etna (Baccetti, 1959); Lipari, Salina, Filicudi (Fail-
          la et al.,  1973); Alicudi (Lo Verde,  1991); Pantelleria (Baccetti et al.,  1995);
          Isnello, Pollina, Giacalone (Massa e Ragusa,  1999); Marettimo, Aci S. Anto-
           nio, Madonie (Scillato), Nebrodi (Rocche del Crasto, Pizzo Castellano, P.lla di
          Femmina Morta), Etna (Belpasso, Maletto, Milo, Nicolosi, Randazzo, Zaffe-
           rana), Mandanici, P.lla Mandrazzi, Massannunziata, Mineo, Catania, Foce F.
           Simeto, Vizzini, Fornazzo, P.lla Cerasa, Rovittello, Val di Chiesa, Capo Gra-
           ziano, Punta Braccetto, Cassaro-Ferla, Lentini, Augusta, Sortino, Monti Cii-
           miti, F. San Leonardo, Bisacquino, Ficuzza, Scopello (Fontana et al., 2005).
             Specie distribuita nel Maghreb ed in gran parte d'Italia, abbastanza frequente



              2  A. Dubrony e A.  De Bormans erano la stessa persona, che firmava gli articoli scientifici con cognome di-
           verso a seconda degli anni (usò anche il nome di A. Durieu).


                                                                                               581
   10   11   12   13   14   15   16   17   18   19   20