Page 13 - Melotti-2009
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mancanza di rilevazioni condotte direttamente dai loro curatori, dati non affidabili e risposte retoriche o
istituzionali alle domande poste. Ciò avviene soprattutto per quanto concerne i problemi di governance, dato
che gli operatori nelle loro compilazioni tendono a descrivere sistemi ideali, rispondenti a ogni possibile best
practice di partecipazione democratica, e non la situazione reale.
D’altra parte gli indicatori proposti in tema di governance e di efficacia gestionale privilegiano una
dimensione locale o territoriale, non includendo (peraltro senza necessariamente escludere) rilevazioni
relative alle forme di multi-level governance e all’efficacia del lavoro di rete, in associazione con altre AMP e
altre realtà territoriali e istituzionali, anche di livello nazionale e internazionale (musei, sovrintendenze,
scuole, parchi ecc.). Scuole e parchi compaiono ovviamente nelle sezioni dedicate alla didattica e alla
promozione di attività di ricerca o di valorizzazione, senza che ne venga peraltro valutato il valore di rete.
Per quanto riguarda i criteri di presentazione dei risultati ottenuti e delle indagini condotte può essere
assunta a modello la sezione della ricerca MEI relativa a Miramare, che, anche con un’indagine
socioeconomica ridotta, presenta in modo metodologicamente esemplare la propria attività sfruttando
appieno gli strumenti messi a disposizione dell’indagine pilota. Per ogni obiettivo strategico sono infatti tratte
delle conclusioni, improntate a un modello di gestione adattiva, in cui vengono espressi giudizi in rapporto
con l’indicatore, tratte indicazioni operative per il piano di gestione e definite le forme di comunicazione. Va
tuttavia osservato che tale rigore metodologico risponde a una precisa e consolidata linea di condotta
dell’Area, un’ASPIM riconosciuta che figura tra i curatori del manuale che ha orientato la ricerca MEI. Il
protocollo ASPIM conferma la sua validità come strumento di responsabilizzazione nella gestione e,
soprattutto, di chiarificazione metodologica per gli enti gestori sulle azioni da eseguire.
Allo stesso modo, per la medesima ragione, la logica alla base del progetto MEI-Italia conferma la propria
utilità ed efficacia come strumento di autovalutazione delle Aree e di raccolta sistematica dei dati di base
necessari non solo a svolgere una ricerca scientifica, ma soprattutto ad avviare un processo di gestione
effettivamente autonoma e responsabile.
Il piano di gestione di Tavolara
Un lavoro importante, che può fungere da modello per l’impostazione di protocolli di gestione e di ricerca, è
l’ampio studio realizzato dall’AMP Tavolara, nell’ambito del Programma Operativo Regionale Sardegna
2000-2006, per la realizzazione del proprio piano di gestione. Il quadro di riferimento socioeconomico
(2006), avviato nella consapevolezza della mancanza di una metodologia di riferimento e della difficoltà di
definire indicatori in grado di misurare variabili di “elevata eterogeneità e numerosità”, risulta davvero
approfondito. L’elevato numero di interviste a fruitori, testimoni e stakeholders (ancorché svolte, com’è
specificato, senza dati sull’universo di riferimento) dà consistenza scientifica allo studio e costituisce
un’importante base documentale, utile non solo per il piano di gestione dell’area interessata, ma anche come
termine di paragone per ricerche in altre aree.
Non viene però impostata un’indagine comparativa che, attraverso il confronto, con altri contesti altrettanto
fortemente antropizzati e investiti dal turismo, permetta da un lato d’individuare le specificità e dall’altro di
programmare interventi mirati. Ciò stupisce proprio per la riconosciuta esperienza di rete di Tavolara, che,
come viene ricordato anche nella relazione, condivide alcune attività con l’area delle Cinque Terre.
Il materiale raccolto per la ricerca resta tuttavia di grande utilità per ogni AMP. Al fine di calibrare i metodi di
rilevamento e verificare l’effettiva possibilità di usare comparativamente i dati, si potrebbero, ad esempio,
utilmente incrociare i dati relativi al turismo raccolti a Tavolara con quelli, ugualmente approfonditi, anche se
ispirati a una diversa logica, raccolti nell’area Ciclopi nell’ambito della ricerca MEI.
Tra i pregi della ricerca condotta a Tavolara va senza dubbio sottolineato l’inquadramento della struttura
demografica e, in particolare, l’attenzione riservata ai giovani residenti e operanti nel territorio. L’analisi del
rapporto tra nuove culture giovanili, precariato e stagionalità del lavoro offre elementi interessanti per
mettere a fuoco il disagio giovanile e individuare possibili azioni, ma anche per comprendere in modo
concreto le trasformazioni culturali e sociali che, modificando territorio e comunità locali, sono alla base di un
diverso ruolo delle AMP.
I curatori, che si mostrano particolarmente attenti alle trasformazioni culturali del territorio, pongono in
evidenza gli effetti locali della globalizzazione e cercano di capire se questi comportino anche una sensibilità
per i valori “post-moderni”, quali sarebbero a loro avviso “lo sviluppo sostenibile, eco-compatibile e
razionale”. È tuttavia probabile che tale sensibilità appartenga a una fase della nostra storia culturale
sviluppatasi nel corso dell’ultimo ventennio del secolo scorso e ormai in gran parte conclusa: la fase
dell’ambientalismo, delle retoriche della sostenibilità e, dal punto di vista dei fruitori, dell’eco-turismo e dello
slow-tourism. Tuttavia, richiamandosi al ruolo educativo che un’AMP è chiamata a svolgere, soprattutto su
temi come la sostenibilità, i curatori prospettano per l’AMP un ruolo centrale all’interno della comunità, quale
guida verso i predetti valori (p. 6) e quale strumento necessario alle amministrazioni locali per garantire un
“futuro economico, sociale e culturale prospero”.
L’aspetto interessante è che uno degli scopi teoricamente istituzionali dell’AMP – l’educazione ambientale –
sia presentato come base per l’individuazione di un nuovo ruolo, sintetizzato dalla suggestiva immagine del
“timoniere” della comunità. La post-modernità appare insomma non tanto nel sistema dei valori, che di fatto
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