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Le coste settentrionali, alte e rocciose, si aprono sul Mar Tirreno con frequenti ed ampie
insenature sabbiose, come i golfi di Castellammare del Golfo, di Palermo, di Termini
Imerese, di Patti, di Milazzo. Ad est la costa ionica è più varia: strette spiagge di ghiaia fin
quasi a Taormina e fra la foce del fiume Alcantara e Riposto; scogliere basaltiche fino a
Catania. L'ampio golfo di Catania presenta una costa sabbiosa che si continua con rocce e
con una serie di fiordi tra cui quello di Brucoli. In corrispondenza del golfo di Siracusa la
costa riprende ad essere sabbiosa fino quasi a Capo Passero. Il litorale meridionale - di
fronte all'Africa - è generalmente sabbioso ed uniforme nella parte centrale, mentre si
presenta più vario nel ragusano e nel tratto agrigentino e trapanese.
La Sicilia quale oggi ci appare nella sua unità insulare, è relativamente recente. Nel
Paleogene (cioè nel Terziario antico, circa 50 – 70 milioni di anni fa) secondo Furon (1950)
la Sicilia avrebbe fatto parte di una Tirrenide, ampia terra emersa nell’area occupata
dall’attuale Tirreno, della quale, unitamente alle Isole Maltesi ed alle coste dell’Africa nord-
occidentale, essa avrebbe costituito il margine meridionale; secondo Pasa (1953), la Sicilia
settentrionale sarebbe stata unita sì all’Italia meridionale, ma separata da uno stretto braccio
di mare dalle coste orientali (corso-sarde) della Tirrenide e separata anche dalla regione
iblea che restava unita alle Isole Maltesi ed alla Tunisia.
Una trasgressione marina avrebbe successivamente frammentato la Tirrenide e durante il
Miocene medio e inferiore (circa 20-30 milioni di anni fa) della Sicilia attuale non sarebbe
rimasto che il tratto settentrionale-orientale, unito alla dorsale appenninica calabrese e
un’isola ibleo-maltese. Durante il Pontico, periodo di grande regressione, emergono molte
terre nell’area oggi occupata dal Mediterraneo; 12-15 milioni di anni fa la penisola italiana
era in gran parte emersa ed inglobava la Sicilia settentrionale; ad occidente la penisola
iberica si estendeva verso est al di là delle Baleari e fra questi due territori una terza ampia
area collegava il sistema sardo-corso alla Francia meridionale. I due bracci di mare poco
profondo che separavano questi tre territori erano probabilmente occupati da sistemi di
isole e arcipelaghi. Durante il Pliocene antico (10-12 milioni di anni fa) in periodo di
trasgressione, le terre emerse nel corso del Pontico sono tornate a frammentarsi e a ridursi,
e la Sicilia è rappresentata da due isole separate che non contraggono rapporti con le terre
vicine: un’isola a nord costituita dalla Sicilia settentrionale ed una a sud limitata alla attuale
zona iblea; successivamente nel corso della regressione pliocenica l’area compresa fra
queste due isole progressivamente emerge e all’inizio del Quaternario, circa 800-500 mila
anni fa, avviene il congiungimento fra le due isole (La Greca 1961). Durante la Grande
Glaciazione (regressione romana) le terre emerse sono enormemente accresciute e la Sicilia,
raggiunta ormai l’unità, è collegata ad est con la Calabria, a sud con le Isole Maltesi, mentre
a sud-ovest si estende notevolmente in direzione dell’Africa rimanendo però separata dalla
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