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Quantificazione degli effetti della protezione sul benthos di substrato duro  367

scuna AMP le potenziali differenze nella struttura dei popolamenti fra la/e zona/e
A e le località di controllo sono state testate tramite analisi multivariata della
varianza basata su permutazioni (PERMANOVA, Anderson, 2001a; McArdle e
Anderson, 2001). L’analisi è stata condotta sui valori di dissimilarità di Bray-
Curtis su dati non trasformati e ciascun termine dell’analisi è stato testato tramite
4999 permutazioni random delle unità appropriate (Anderson, 2001b; Anderson
e ter Braak, 2003). La routine PERMANOVA.exe è stata utilizzata per analizzare
i dati derivanti da AMP con 2 zone A e due località di controllo. Nel testo e
nelle tabelle, le zone A vengono indicate con P, mentre i controlli con Cs. Nel
caso del disegno asimmetrico i contrasti P-v-Cs e T×P-v-Cs sono stati ottenuti
tramite l’utilizzo di XMATRIX.exe e DISTLM.exe (Anderson, 2005). Nei due
test, l’effetto della protezione viene identificato dalla significatività del primo o
del secondo termine, rispettivamente per effetti consistenti o variabili nel tempo
(tempo=T).

    La logica seguita per la scelta dei denominatori per ottenere gli pseudo-F e i
corrispondenti valori di p è descritta in dettaglio in Terlizzi et al. (2005). Le dif-
ferenze fra località protette e di controllo sono state ottenute tramite non-metric
multi-dimensional scaling (nMDS) dei centroidi delle località (n=30). Per ottenere
i centroidi, è stata calcolata la media aritmetica delle coordinate principali calco-
late sui valori di dissimilarità di Bray-Curtis ottenuti a partire da tutte le unità di
campionamento. Le distanze euclidee fra ogni coppia di centroidi (9 per il disegno
asimmetrico, 12 in tutti gli altri casi) sono state calcolate e utilizzate come matrici
di distanze nell’algoritmo dell’nMDS (e.g., Anderson, 2001a). Tutti i plot nMDS
sono stati realizzati tramite il programma PRIMER (Clarke e Gorley, 2001).

Risultati
    La Tab. 2 sintetizza i risultati delle analisi multivariate. Dalle analisi emergono

due differenti scenari: il primo è rappresentato dai risultati ottenuti a Portofino,
Cinque Terre, Capo Carbonara, Punta Campanella, Isola di Ustica, Isole Egadi,
Capo Rizzuto, Porto Cesareo, Torre Guaceto e Miramare (l’unica AMP dove i
campionamenti siano stati condotti su barriere artificiali e non su substrato duro
naturale), in cui entrambi gli habitat mostrano una sostanziale mancanza di dif-
ferenze fra i popolamenti in zona A e le località di controllo. A Porto Cesareo e
Punta Campanella le attività di campionamento hanno messo in evidenza come
la pesca del dattero di mare sia ancora molto attiva anche in zona A. In effetti, i
risultati mostrano come il valore medio di ricoprimento, a Porto Cesareo, sia più
basso rispetto alle località di controllo (dati non mostrati).

    Il secondo scenario è rappresentato dai risultati ottenuti a Isola di Ventotene,
Isole Ciclopi, Penisola del Sinis, Tavolara-Capo Coda Cavallo e Isole Tremiti,
dove si riscontrano differenze significative fra località protette e di controllo.
Questo risultato si evidenzia sempre nell’infralitorale medio e, limitatamente alle
Isole Ciclopi e alle Isole Tremiti, anche per frangia infralitorale. Il dato, tuttavia,
va interpretato con estrema cautela in termini di efficacia di protezione. A titolo
di esempio, alle Isole Tremiti, il numero dei taxa riscontrato in zona A è signi-
ficativamente inferiore a quello riscontrato nelle località di controllo (dati non
mostrati) e il popolamento è largamente dominato da un barren con elevate per-
centuali di alghe corallinacee incrostanti e spugne incrostanti. In più di un caso
(Isole Ciclopi, Penisola del Sinis) le differenze osservate potrebbero essere deter-
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