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X. 9. La musica di tradizione orale 207
trasformarono allora in autotrasportatori, limitando quindi a poco più di cent’anni
l’esistenza della loro precedente professione. Il carretto si trasforma così, soprattutto,
in un apprezzato oggetto di artigianato popolare. Vanto di ogni carrettiere era il potere
esibire nei giorni di festa un carretto dipinto con immagini di cavalieri o di santi, pre-
ziosamente cesellato in molte sue parti (sia in legno sia in ferro) e trascinato da un
cavallo bardato con lussuosi finimenti (sonagliere, testiere, pennacchi). Era una osten-
tazione di status da parte di una classe professionale che si riteneva privilegiata (la
maggioranza dei carrettieri lavorava in proprio), rispetto a un contesto come quello
contadino ancora in larga prevalenza assoggettato a regole pressoché feudali. Lo spi-
rito competitivo si manifestava anche attraverso gare che mettevano duramente alla
prova la forza degli animali da traino. L’identità dei carrettieri risiedeva inoltre nella
loro particolare competenza musicale. Il modo di cantare a la carrittera si distingue
infatti per essere il più raffinato esempio di monodia rilevabile in Sicilia e special-
mente nel Palermitano, dove conserva un carattere particolarmente elaborato (cfr.
Garofalo 1989). Oltre che durante il trasporto delle merci, i carrettieri usavano cantare
nei fùnnachi (fondaci), dove abitualmente sostavano per rifocillarsi. Erano proprio
queste occasioni d’incontro a offrire l’opportunità per le più pregevoli esibizioni ca-
nore: vere sfide con intense dispute per stabilire il valore dei partecipanti. Oggi il car-
retto ha perso la sua originaria destinazione d’uso (resiste soprattutto come attrazione
turistica), ma quanti fino agli anni Sessanta hanno esercitato quel mestiere, quando
si incontrano, in riunioni private o in occasione di sfi-
late organizzate nell’ambito di feste e di manifestazioni
a carattere folkloristico, non mancano di sfidarsi ancora
nell’esecuzione delle antiche canzuni, trasmettendole
anche a figli e nipoti che hanno appreso a replicarne le
modulazioni con straordinaria precisione.
I testi poetici spaziano dalle vicende di mestiere al
corteggiamento dell’amata, dallo “sdegno” per un amore
non ricambiato alla devozione verso i Santi, il Cristo o la
Madonna. L’esecuzione, molto libera dal punto di vista
ritmico, è caratterizzata da notevole virtuosismo, special-
mente nello stile melismatico dell’ornamen tazione e nella
capacità di mantenere l’intonazione sui suoni di lunga du-
Fig. X.55. Scicli 2002. Carret-
tiere [foto di Vincenzo Cimi- rata. Un tratto caratteristico riguardo alla elaborazione
nello] “canora” del testo poetico è costituito dall’inserimento,