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242 X. 9. La musica di tradizione orale
Pozzo di Gotto). Sotto il profilo esecutivo le tec-
niche di questi cantastorie si uniformano a un
modello costante. Tutti illustrano le vicende nar-
rate indicando le scene dipinte a colori sgargianti
su grandi cartelloni appesi alle loro spalle e ac-
compagnano il canto con la chitarra (suonata con
il plettro). I moduli musicali si fondano su sem-
plici giri armonici, inframmezzati da brevi inter-
ludi strumentali. Le melodie, in numero limitato,
variano secondo il metro poetico delle storie.
Dopo le esibizioni, oggi come in passato, si
vendono fogli volanti, libretti, dischi, audiocas-
sette e più di recente anche CD (spesso autopro-
dotti dagli stessi cantastorie).
Se gran parte del loro repertorio è in questa
Fig. X.74. Una storia a stampa di Cic- forma fruibile all’ascolto (anche attraverso tra-
ciu Busacca (coll. di S. Bonanzinga)
smissioni radiofoniche), molto più rari sono i do-
cumenti riferiti a pubbliche esecuzioni (sul web si possono trovare alcuni rari filmati
d’epoca, ma si tratta perlopiù di brevi spezzoni). Per questo assume particolare rilievo
la testimonianza di Orazio Strano raccolta nel 1954 a Riposto (CT) da Alan Lomax
e Diego Carpitella.
Il cantastorie esegue in questa circostanza La storia di Cìcciu Ulivieri, una tragica
vicenda di sangue che vede il crudele protagonista sparare ai membri di un’intera fa-
miglia per vendicarsi di un debito non saldato (uccide il padre e la figlia minore e fe-
risce la madre e il figlio). Il componimento
– per quanto ne sappia mai stato in seguito
registrato o pubblicato su disco – è artico-
lato in sestine incatenate, dette dai canta-
storie ntruccati (dove l’ultimo verso di una
strofa rima col primo della seguente), e pre-
senta il tipico andamento in cui si inter-
rompe il flusso poetico intercalando brevi
commenti in prosa (per un parallelo fra
Fig. X.75. Riposto 1954. Il cantastorie Ora- questa procedura e quella adottata dai con-
zio Strano [foto di Alan Lomax] tastorie pa lermitani si vedano in particolare