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δ13C di C. julis “giofredi” che per C. julis “julis” e nei valori di δ15N solo per le
femmine. Tale disaccordo tra le due metodiche può essere imputabile alla
differente risoluzione temporale delle due tecniche: mentre l’analisi dei
contenuti stomacali fornisce informazioni sulla dieta assunta nelle ultime ore
e dà maggior risalto alle prede che permangono più tempo nel canale
alimentare perché digerite più lentamente, l’analisi isotopica fornisce
informazioni sulla dieta non solo assunta ma realmente assimilata negli ultimi
mesi. Da queste considerazioni si può dedurre che esistono variazioni
spaziali nella dieta di C. julis, e che le strategie alimentari delle specie ittiche
sono più complicate di quanto suggeriscono i dati basati esclusivamente
sulla semplice analisi dei contenuti gastrici.

   Lo studio della composizione isotopica nei produttori e nei consumatori si
è dimostrato, a partire dagli anni ’80, un importante mezzo d’indagine per
l’identificazione dei flussi di materia organica e delle relazioni trofiche tra gli
organismi (Michener & Schell, 1994).

   Nello studio ecologico delle aree costiere l’ampliamento delle conoscenze
sulla struttura trofica e le relazioni alimentari tra gli organismi risulta un
importante strumento per la gestione delle aree marine protette. A tale
scopo, i dati relativi la composizione isotopica di produttori e consumatori
hanno permesso di fornire indicazioni sulla strutturazione delle reti trofiche
nelle quattro aree esaminate.

   Le fonti di materia organica che sembrano svolgere un ruolo trofico
preminente nell’ecosistema costiero delle isole Egadi sono la materia
organica sedimentaria e la comunità epifita sulle lamine di P. oceanica. Alla
base delle reti trofiche in tutte e quattro le aree indagate nel corso di questa
ricerca sembrano, infatti, essere presenti queste componenti. A queste si
aggiungono le macroalghe che sembrano contribuire alle reti trofiche
esclusivamente a Favignana e nella zona A di Marettimo. La componente
fanerogamica (P. oceanica), sebbene domini in termini di copertura e
biomassa i fondali dell’infralitorale nell’ecosistema costiero delle Isole Egadi,

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