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penisola di Bassano. Alle estremità dell'isola sono presenti le quattro penisole di Punta Mugnone
(a nord-ovest), Punta Troia (a nord-est), Punta Libeccio (a sud-ovest) e Punta Bassano (a sud-est).
La costa di levante si presenta meno fiastagliata; fra i pochi affioramenti, si ricorda lo Scoglio
del Cammello, nei pressi del quale vi è l'omonima grotta, rifugio fino a mezzo secolo fa della
Foca monaca (Monachus monachus). La costa si snoda per circa 5 h,da Cala Manione a Cala
Marino; su questo versante si sviluppano quei pochi terreni coltivabili, oggi per la maggior parte
abbandonati. Ben più ripida è la costa settentrionale, la quale si estende per 2,7 km da Punta
Mugnone allo Scalo Maestro. La costa occidentale è la più scoscesa; si protrae per 3,5 km,
venendo costeggiata da picchi e alte falesie a strapiombo sul mare. Su di essa sfociano i torrenti
che scavano le profonde valli di ~ a r r a n c kdel Fosso dei Gatti, del Fosso di Bonagia e di
Girodifalco; numerose sono le grotte che si sviluppano a livello del mare, risultato di un'intensa
attività carsica. La costa meridionale chiude il perimetro con i suoi 3,5 km circa.
Nell'ambito delle Egadi, l'Isola di Marettimo è la più distante dalla costa siciliana, divisa da
un braccio di mare con profondità compresa fra 100 e 350 metri; pertanto,durante le ultime
glaciazioni, è rimasta isolata, a differenza di quanto awenuto per Levanzo e Favignana, entrambe
distanziate dalla Sicilia da tratti di mare meno profondi (pari, rispettivamente, a 53 metri per la
prima e 15 per la seconda). Dal punto di vista fitogeografico, ciò spiega l'assenza di molte entità
floristiche assai comuni nella terraferma, a cui si contrappongono diverse endemiche, in parte
esclusive.
Fra l'Isola di Marettimo e la costa africana è possibile inoltre individuare una dorsale lungo la
quale la profondità del mare non scende mai sotto i 350 metri; si tratta probabilmente dei punti di
connessione che durante il Messiniano hanno consentito a diverse specie nord-africane di
raggiungere l'isola.
L'Isola appare come un complesso montuoso che si erge dal mare con una catena principale
che si sviluppa lungo l'asse maggiore; Da nord a sud si rilevano le vette di Cap.0 Bianco (470 m),
Pizzo delle Fragole (538 m) e, più ad est, Pizzo Madonnuzza (391 m). Seguono poi Pizzo Falcone
(686 m), Pizzo del Capraro (626 m) e Punta Campana (629 m) e, ancora più a sud Punta Anzine
(493 m) e Pizzo Nido Falcone (490 m). Fra questi ultimi due è ubicata la Portella Anzine il cui
toponimo "anzine", nel dialetto locale, fa riferimento al Leccio (Quercus ilex) che un tempo
doveva qui dar luogo ad estese formazioni forestali di cui rimangono soltanto pochi esemplari
cespugliosi. Procedendo oltre, seguono Pizzo Telegrafo (495 m) e Punta Lisandro (480 m), i cui
rilievi salgono dolcemente da ovest per poi interrompersi bruscamente in una serie di rupi
intervallate da gradoni, a caratterizzare una fia le stazioni floristiche più ricche e interessanti
dell'isola. Si scende poi verso i 333 meti di Pizzo Spirone e i 183 metri di Punta Bassano, mentre
più ad ovest si erge la vetta di Pizzo Scaturro (404 m).
Fra la ripida dorsale interna e la costa si sviluppano numerose incisioni torrentizie, nel cui
ambito il ruscellamento impetuoso durante le piogge determina una notevole erosione e il