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umidità (fino al 93%), che comporta la necessità di essiccazione . Questa
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può essere svolta (seppure in tempi lunghi) esponendo i residui agricoli al
sole ed all’aria aperta. Successivamente ai trattamenti è possibile l’utilizzo
degli scarti essiccati per la produzione di bioetanolo attraverso fermenta-
zione anaerobica dei residui. Secondo uno studio degli anni ‘80, condotto
dal professore Jesús Fernández dell’Universidad Politécnica di Madrid,
sarebbe possibile ricavare annualmente 3.000 litri di etanolo da ogni etta-
ro di terreno coltivato .
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14.5.2 Funghicoltura
Gli scarti di potatura verde e parte di quelli derivati dalla produzione agri-
cola di terza e quarta scelta (il così detto “non vendibile”) sono utili alla
formazione del substrato destinato alla coltivazione dei funghi.
I funghi prodotti insieme agli scarti provenienti dalle attività di trasfor-
mazione cerealicola, possono essere ulteriore supporto nutritivo alle nor-
mali diete dei capi di bestiame; specie per l’avicoltura.
Dalla produzione di funghi è inoltre possibile ricavare vermicompost;
ottimo fertilizzante per i terreni destinati a coltura e, data la presenza
di numerosi lombrichi, ulteriore alimento per il pollame dell’attività di
agroselvicoltura .
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La funghicoltura è possibile inserirla all’interno delle cave dismesse,
sfruttando i numerosi vuoti sotterranei nella quale è presente una tempe-
ratura e una umidità idonea; e costante durante tutto l’anno.
In questo modo tale tipo di coltura consente lo sfruttamento di nuovi am-
bienti per lo svolgimento di attività produttive e, al tempo stesso, l’inseri-
mento di un progetto di recupero del sito .
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14.5.3 Algocoltura
Per quanto possa essere difficile identificare progetti e soluzioni replica-
bili ed adattabili in realtà territoriali geograficamente e culturalmente
diverse, si può partire dalla consapevolezza che tutte le isole al mondo
hanno una straordinaria ed inesauribile risorsa. Le Egadi, come tutte le
isole minori, hanno adattato il loro sistema economico sulla base dell’e-
conomia globalizzata della terraferma. Infatti, hanno da sempre cercato
di trarre dalla terra stessa le risorse primarie quali energia, acqua e cibo;
ma riscontrando alcune rilevanti problematiche, hanno fatto del mare
il mezzo per interfacciarsi con la terraferma favorendo, appunto, quella
totale dipendenza di cui oggi sono vittime. Eppure è possibile un’ulteriore
piccolo cambiamento, semplice ma rivoluzionario, capace da una sola
risorsa, il mare, di produrre una serie di nuovi input. In questo modo si
ha un vero e proprio cambiamento percettivo del mare, che da semplice
mezzo di collegamento diviene materia prima e fonte di approvvigiona-
mento . Inoltre, nonostante viviamo in un mondo tridimensionale nel
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corso degli anni si è concentrati nell’estrazione di risorse esclusivamente
su modello bidimensionale. L’acqua ha una densità maggiore di quella
286 /approccio sistemico