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identificato ancora la specie che meglio si presta alla coltura, si possono
solo ipotizzare l’impiego dei nuovi input.
-laboratori di cosmesi
Nelle Egadi è già in atto Maressentia, la start-up innovativa che ha dato
vita alla prima gamma di prodotti utili alla cura del corpocon elemento
base la Posidonia ; è quindi possibile incentivare tale iniziativa o, in ma-
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niera più generica, la produzione locale di prodotti di cosmesi con l’utiliz-
zo delle nuove specie coltivate.
-Fertilizzante naturale
Come già avviene per la Posidonia, le alghe possono essere distribuite nei
territori destinati alla coltivazione agricola.
-Campo alimentare
In relazione al tipo di alga scelta, essa può essere utilizzata come adden-
sante alimentare, o semplicemente come cibo e integratore per consumo
umano e/o animale. Più di vent’anni fa in Sicilia (specie nella parte orien-
tale) era consuetudine il consumo di alcune alghe commestibili come:
Chondrus crispus, Grateloupia filicina, Gigartina acicularis, Calliblepha-
ris jubata. Queste erano genericamente e localmente chiamata “u mauru”
e allo stesso modo era chiamato il piatto tradizionale ricavato da tali al-
ghe, il quale consisteva in un’insalata appena condita con del limone. Da
ricetta popolare, oggi a causa dell’inquinamento il suo consumo è sempre
meno presente e ridotto solo a piatto gourmet . Questo fa pensare come
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la Sicilia possa essere uno scenario maggiormente favorevole al cambia-
mento dei suoi consumi.
-Laboratorio di ricerca
Dato gli studi degli ultimi anni, le alghe sono input utili ad ulteriori imple-
mentazioni d’uso e sperimentazione di quelle attività che ad oggi purtrop-
po risultano ancora onerose e difficili da applicare (es. biocarburante).
14.5.4 Laboratorio di cosmesi
Si produrranno detergenti e/o cosmesi, attuando un processo di selezione
e valorizzazione di residui organici prodotti delle attività locali. L’azione
del loro reimpiego permetterà un connubio tra tradizione e ricerca scien-
tifica, etica e sostenibilità; provvedendo non solo al reimpiego di output
che viceversa sarebbero stati destinati allo smaltimento, ma anche a una
produzione di detergenti con un ridotto impatto ambientale (sulla vege-
tazione, fauna e qualità dell’acqua reflua).
Diversi saranno gli scarti organici che potranno essere reinseriti nella
nuova attività: grasso animale, siero, farine e input vegetali (cladodi, al-
ghe, frutti di terza e quarta qualità e bucce derivanti dal processo di tra-
sformazione agricola). I prodotti realizzati saranno distribuiti a tutte le at-
288 /approccio sistemico