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dell’aria, ciò permetterebbe tramite
                                un’economia del mare di avviare una produzione tridimensionale (econo-
                                mia in 3D)  con livelli di produttività di materie prime e risorse altrimenti
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                                irraggiungibili, senza il rischio di sovraccaricare la terra.
                                Come mostrato nella sezione dei casi studio analizzati, le alghe sono un
                                chiaro esempio di come il mare può arrivare ad elevati livelli di produzio-
                                ne di materie prime. La biomassa delle alghe ha un’enorme
                                produttività senza il bisogno di alcun input da parte dell’uomo; esse fan-
                                no semplicemente uso delle risorse facilmente reperibili quali acqua,
                                sale e sole. Numerose studi, inoltre, stanno dimostrando le potenzialità
                                di utilizzo delle alghe come forma di sostentamento ad una serie di atti-
                                vità economiche.
                                Oggi dalle biomasse marine è possibile produrre cibo, mangimi, fertiliz-
                                zanti, farmaci e carburanti. L’alga in questo modo è un chiaro esempio di
                                come da una sola risorsa sia possibile generare ulteriori risorse a “casca-
                                ta” . Per questo motivo l’inserimento di un impianto di algocoltura nel
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                                territorio delle Egadi rientra nelle proposte coinvolte nella transazione
                                ecologica insulare.
                                Anche per questo tipo di coltura si parlerà di sinergia ed integrazione, al
                                fine di ottimizzare la produttività promuovendo procedure adeguate alla
                                salvaguardia ambientale. Per questo è fondamentale la combinazione di
                                più organismi vegetali (e animali) fra loro complementari, in modo da
                                ridurre al minimo l’impatto sulla riserva marina.
                                Per questo saranno necessari studi da parte di personale qualificato per
                                l’identificazione degli organismi, in relazione sia alle caratteristiche delle
                                specie selezionate, quali velocità rigeneratrice, luce e temperature otti-
                                mali, sia alle condizioni di collocamento come la posizione geografica, il
                                livello di salinità, l’idro-dinamismo e la tipologia di coltura.

                                Uno studio interessante è stato condotto dall’Università degli studi di
                                Messina, la quale ha messo a punto e sperimentato (nel lago salmastro di
                                Ganzirri, vicino a Messina) la coltivazione di Gracilaria Gracilis, di un’al-
                                ga particolarmente presente nel Mar Mediterraneo. Scopo della ricerca è
                                sfruttare le alghe per depurare gli scarichi degli impianti di acquacoltura,
                                ed inoltre sfruttare la risorsa marina per l’estrazione dell’agar, un polisac-
                                caride usato come condensante in numerosi settori industriali; tra cui
                                quello alimentare .
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                                Un investimento sulla coltivazione di alghe può incentivare il ripristino
                                delle comunità acquatiche, ormai da anni in stato di deficit, le quali tro-
                                veranno maggiore riparo e nutrimento. Inoltre l’impianto, rispetto alla
                                sua collocazione, può ridurre gli effetti di erosione costiera e impedire
                                l’azione di strascico illegale sotto costa . La biomassa raccolta sarà oppor-
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                                tunamente reimpiegata allo stato fresco o dopo successiva essiccazione
                                e trattamento, in relazione alla sua destinazione di utilizzo. Non avendo





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