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Nella pesca artigianale con i palangari derivanti, destinati alla cattura di grandi pela-
gici, uno degli inconvenienti principali è la cattura di specie non desiderate, come
squali o di specie protette come le tartarughe marine. E’ stato stimato che in Mediter-
raneo le catture accidentali di tartarughe marine realizzate con i soli palangari possa-
no superare i 50.000 esemplari l’anno (Lewison et al. 2004).
Una soluzione che ha riscontrato successo in più parti del mondo consiste nel sosti-
tuire i tradizionali ami a forma di “J” con ami a forma circolare (circle hooks; Figura 4).
Questa modifica fa sì che l’ingestione dell’amo risulti essere più difficoltosa consen-
tendo all’amo di infilzarsi superficialmente. Questo permette al pescatore di levare
l’amo con maggiore semplicità e liberare la tartaruga.
Di contro, non tutti gli studiosi concordano sulla reale efficacia di questa soluzione. In-
fatti, l’uso dei circle hooks, è sembrato spostare il problema del by-catch dalle tarta-
rughe ad altre specie vulnerabili come gli squali.
Figura 4: Ami tradizionali a “J” e ami innovativi con forma circolare.
Un’altra soluzione, sperimentata nel Pacifico, consiste nel posizionare la trave del
palangaro più in profondità (oltre i 100 metri) visto che la maggior parte delle specie
che compongono il by-catch nuota negli strati più superficiali mentre le specie target
negli strati profondi. Questa soluzione però non può essere applicata nel Mediterra-
neo a causa della diversa etologia delle specie target che nuotano più in superficie.
Gli squali sono tra le catture accessorie più frequenti, dopo le tartarughe. Essendo
predatori, essi si gettano sull’esca degli ami pensando di trovare una facile preda.
Herrmann (2006) ha studiato un BDR che consiste nel piazzare un magnete sulla
parte superiore dell’amo. In questo modo gli squali che si avvicinano al magnete ven-
gono disturbati e si allontanano. L’unico svantaggio di questa soluzione sta nel costo
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