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meridionali della Spagna, nelle coste africane del nord e
dell’atlantico, e veniva trasportato da un lato all’altro dell’impero
Romano con apposite anfore (tipologia delle anfore: Iberica,
assimilabile alla “dressel 8”, caratterizzava questa forma l’attacco
dell’ansa “a orecchio” e semplici scanalature nella parte frontale
della ansa stessa).
Il garum si produce tutt’ora in Estremo Oriente (giapponesi e
indocinesi) e se ne fa uso anche nelle grandi città europee; si vende
in bottiglie da un litro che durano parecchio tempo, perché la
quantità necessaria è molto limitata.
Continuando verso nord incontriamo una insenatura Cala
Nucidda e un’altra piccola cala, Cala Calcara, dove non ci sono
spiagge ma scogli più o meno levigati dal mare e dei bellissimi
fondali, dove si può fare il bagno e prendere il sole in discreta
privacy. Da cala calcara c’è un sentiero che ci riporta sull’altopiano e
incrociamo una strada sterrata, carrozzabile per fuoristrada, che ci
conduce con una bella passeggiata ecologica verso nord,
incontriamo e oltrepassiamo alcune case coloniche ristrutturate e
riadattate per piccoli insediamenti abitativi stagionali e dopo un
paio di kilometri troviamo all’estrema punta dell’isola un piccolo
agglomerato di case che fanno da cornice ad una torre cilindrica,
bianca costruita su una base solida e robusta che contrasta con la
luminosa e delicata trasparenza della sommità, è il FARO, (il Faro di
Capo Grosso di Levanzo).
Il Faro
La luce del Faro roteando con cadenza ritmata dà ai naviganti
guida, conforto, ausilio. Il Faro primitivo era quasi sicuramente
niente altro che un falò fiammeggiante sull’alto di una roccia; il più
antico intorno al 650 a.c. sorgeva sul promontorio di Sigeo nella
Triade ed è provato che era un grosso braciere; più tardi i fuochi
furono accesi in cima a delle torri.
Il Faro di Torre Timea sul Bosforo è il primo di cui si faccia
menzione nella storia, ma il più celebre è quello di Alessandria
d’Egitto, la cui costruzione fu iniziata da Tolomeo I° (305-283 a.c.) e