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Firenze; un frammento di  pietra incisa  con la figura  di un  bue è
            stato sottoposto all’analisi del C.14 (carbonio 14) dal prof. Tongiorgi

            Ezio presso il suo laboratorio di Pisa ed ha dato questo risultato: le
            incisioni risalgono al Paleolitico superiore datato a 9694 anna fa
            dalla  data  1950  con una approssimazione  di più  o meno 110 anni,

            quindi da oggi 2003 circa 9800 anni fa.

                   Il Paleolitico – è il primo periodo dell’età della pietra, anteriore

            al Neolitico, l’uomo pescatore e cacciatore viveva in caverne o
            spelonche coperto di pelli di animali, lo caratterizzavano alcuni

            manufatti in pietra scheggiata, nei quali  già spicca un senso
            geometrico, simmetrico, proporzionato; vi mancano avanzi di

            animali domestici.

                   Le figure parietali dipinte  risalgono  sicuramente al periodo

            Neolitico e sono datate a  4770 anni fa dalla data  1950 con  una
            approssimazione di più o meno 100 anni, quindi da oggi 2003 circa

            4750 anni fa. Bisogna fare una premessa: la definizione sicuramente,
            è dovuta al fatto che i reperti dipinti trovati con gli scavi, sono del
            periodo neo-eneolitico e praticamente non facilmente raffrontabili

            con quelli dipinti sulla parete. Mentre per le incisioni è stato facile
            essere certi della data, perché la figura incisa del bue è dello stesso e

            unico periodo delle incisioni parietali. Per maggiore  chiarezza, il
            periodo Neolitico va da 6000 a 2500 anni circa a.c. e il  periodo
            Eneolitico da 2500 a 1800 anni circa a.c..


                   Il Neolitico è il secondo periodo dell’età della pietra, anteriore
            all’Eneolitico e posteriore al Paleolitico, caratterizzato da lavori in

            pietra levigata e da avanzi di animali domestici.

                   Questa grotta con questi tesori che hanno il valore di

            autentiche grandi  opere d’arte danno lustro  a questa isola di
            Levanzo e nel complessivo a tutto l’arcipelago delle Egadi. Uscendo

            dalla grotta ci lasciamo  alle spalle l’arcaico (primitivo) e ci
            immergiamo nel moderno.


                   Andando verso il paese di  Levanzo incontriamo qualche casa
            colonica  su un altopiano, abbandonate e alcune  piccole  pinete in

            contrada Pietre Varate,  prendiamo il sentiero che ci porta
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