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Il paese di Levanzo




            Levanzo paese, come abbiamo già detto è  a Cala Dogana,
            anticamente gli abitanti stavano nelle grotte di cui questa caletta

            era molto ben provvista e di cui ancora qualcuna esiste; quasi tutte
            sono scomparse perché con il progredire della società esse sono

            state prima affiancate e poi sostituite da qualche stanza costruita in
            tufi "cantuna" importati dalla vicina isola di Favignana, e alcune

            anche in pietra locale costruita a secco con abilità artigianale locale
            di alta ingegneria (pur essendo molti artigiani anziani di ieri anche
            analfabeti) e di cui ancora esistono e resistono alcune costruzioni. Le

            prime case a Levanzo furono costruite nel 1700.


            Durante gli scavi fatti per le fondazioni e costruzione  dell'attuale
            paese, a memoria storica degli abitanti anziani del paese si ricorda
            che sono  state trovate  diverse  sepolture di primitivi abitanti

            dell'isola e dall'evidenza degli scheletri indicavano che quella gente
            era quasi tutta alta e robusta; forse degli antichi saraceni o spagnoli.


            Ancora nel 1700 a Levanzo non esisteva una Chiesa e i pochi abitanti
            che vi avevano stabilito la propria dimora, erano sotto la dipendenza

            spirituale del primo Regio Cappellano Curato della  Real Chiesa
            Parrocchiale del Castello di S. Giacomo in Favignana; quando poi nel
            1704 fu eretta in Favignana la Baronale Madrice, essi abitanti di

            Levanzo dì propria loro volontà si sottoposero alla dipendenza del
            nuovo Arciprete, perché considerati  nell'ambito  Parrocchiale

            dell'isola di Favignana. Nel 1844 il Re Ferdinando II° a proprie spese
            destinò a Levanzo un Cappellano, ed il Barone Pallavicino cedette
            uno dei suoi magazzini nella pianura di  Levanzo, accanto alla sua

            casa Baronale, percependo l'affitto dal Governo; e primo Cappellano
            in qualità  di Vicario in divinis dell'Arciprete Baronale,  fu un certo

            Romeo frate e maestro Carmelitano; costui dedicò la Chiesa a Maria
            SS. di Trapani.


            Nell'anno  1882 era Cappellano di Levanzo  un certo D. Francesco
            Vaccaio da Burgio, Sua Ecc. Ill.ma  e Rev.ma Dott. Giambattista

            Buongiorno, vescovo della  Diocesi di Trapani, in occasione di una
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