Page 20 - Livolsi_Gppe_2006
P. 20
Cala Tramontana , aperta ai venti del quadrante nord, bellissima,
accessibile da un piccolo sentiero che ci porta fino al mare, dove
troviamo una piccola spiaggia di ciottoli, lo spettacolo è di una
incommensurabile bellezza, gli scogli, il mare, la montagna intorno
con diverse grotte e con luci ed ombre, e colori che non si possono
dipingere, troppo belli solo a vedersi dal vivo, non si possono
fermare ed immortalare in una tela.
Abbiamo fatto già un bel po’ di strada e continuando ci
imbattiamo in alcune piccole grotte non molto interessanti e poco
accessibili, in cui si sono trovati i resti di conchiglie lusitane o
ferruginose e di qualche stalattite e stalagmite formatesi nel tempo
e che alcuni vandali hanno danneggiato e spogliato delle loro
decorazioni naturali, raccogliendo qualche pezzetto di stalattite
come cimelio, distruggendo così in pochi attimi quello che la natura
ha creato con fatica in migliaia di anni, in alcune di esse si è trovato
pure qualche scheggia di “selce” (biossido di silice), una pietra dura,
simile a pietra focaia, che spezzata in schegge, è molto tagliente e
serviva per fare punte di lance, pugnali ecc.
La Grotta del Genovese (Preistoria)
Risaliamo sull’altopiano, superiamo la Punta dei Sorci e
incontriamo la Cala del Genovese, un nome inusitato per un’isola di
questo arcipelago e allora proviamo a darne presumibile e veritiera
spiegazione: - nel 1283, col pretesto di far guerra ai Pisani due navi
genovesi pirateggiarono e nascosero il loro bottino fra le isole Egadi.
Re Pietro ne scrisse al Comune di Genova, chiedendo anche di fare
restituire al proprietario una nave che i pirati avevano nascosto fra
le isole, con il relativo carico, proprio in questa cala. Da ciò il nome,
“Cala del genovese” come ricordato da documenti siciliani e dagli
annali di Genova dell’Auria. I pirati che comandavano le due navi
erano: Manuele Curlaspitum di Savona e Bommeliorem di Arenzano.
Anche negli anni successivi Genova potente città marinara, ebbe
rapporti commerciali intensissimi con i Paesi del Medio Oriente e
del Nord-Africa; le Isole Egadi erano proprio sulla rotta delle navi
genovesi e servirono come punto di appoggio e di riposo per questi