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terminata sotto Tolomeo II° (285-246) disegnato e realizzato da
Sostrato di Cnido; situato alle foci del Nilo, nell’isola Pharos (Faro),
così chiamati da questo momento in poi.
In Italia, il Re Vittorio Emanuele III° il 12-05-1868 istituì con
decreto la 1^ Commissione dei Porti, Spiagge e Fari che nel 1881
compilò il primo programma organico relativo all’illuminazione delle
coste, (il primo elenco completo dei Fari Italiani fu pubblicato a
Genova nel 1876), la prima legge che disciplina questa materia è la n.
3095 del 2-04-1885. Dopo la fine della 2^ Guerra Mondiale, alcuni
fari risultarono distrutti o danneggiati e si dovette proseguire ad
una ristrutturazione degli stessi; lavoro che fu completato entro il
1965. Anche il Faro di Capo Grosso di Levanzo, costruito nel 1858,
seppure non danneggiato da eventi bellici fu ristrutturato. Per
l’illuminazione delle coste sono stati impiegati prima olio vegetale,
poi olio minerale, paraffina che è un derivato del petrolio, l’arco
voltaico, i gas compressi (gas da idrocarburi) l’acetilene, petrolio,
l’incandescenza elettrica a filamento, (oggi ci sono le lampade
alogene, a scariche di xeno, a vapore di mercurio con potenza di
migliaia di watt. Il Faro di Capo Grosso è costituito da un’ottica
rotante, con più pannelli ottici, lenti di Augustin Frasnel costituiti
da una lente centrale e da prismi anulari con elementi diottrici e
catadiottrici di cupola e di falda che evitano la dispersione della
luce, rinviandola verso il centro, la rotazione avviene su dei
cuscinetti attorno alla sorgente a luce fissa, regolata da un sistema
meccanico di ingranaggi azionato da un peso motore che scende
lungo la torre del Faro; l’altezza del punto luce è di metri 68,5 dal
livello del mare, la portata nominale della luce è di 34 miglia, la
portata geografica è di 21 miglia, è visibile da 32° a 331°, il numero
nazionale del Faro è – 3124, il numero internazionale è – E 1962.
Oggi gli antichi apparati sono stati sostituiti da impianti
automatizzati e l’evoluzione tecnologica con l’introduzione di
moderni sistemi satellitari ha determinato l’allontanamento della
figura professionale veramente caratteristica del “Guardiano del
Faro”.
Riprendiamo la passeggiata e ritornando verso sud dal lato
occidentale (ponente) incontriamo la più vasta insenatura dell’isola