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GAP, XXII. LA TONNARA         387

          aiutar©.—Palermo e Monreale.-—Questo Dio oi deve aiutare.—
          Trapani e Marsala, -— Gnìanzò, Gnianzò  !


           Questo canto poco regolare^ molto strano, in più luo-
           ghi oscuro  , dev' essere accordato unisono perchè le
          operazioni dei tonnaroti procedano, come  si è detto,
           uniformi, e cospirino al  ritiro delle reti ed alla cat-
           tura dei pesci.
             È un misto di carezze  , di punture, di preghiere,
           che nel momento della cantilena  , in cento bocche
                                                           ,
           in cento  petti ansimanti  sotto  il peso di centinaia
           di tonni dibattentisi sotto  i colpi mortali di accette
           e di uncini ferrati, assume iati ed urli selvaggi ^
             Dappertutto in  Sicilia  le medesime manovre,  il
           medesimo canto; ma nella Sicilia occidentale  i ver-
           setti variano e forse sono meno irregolari:

                      JemuDÌnni cu Maria,
                     E amola e amola  !
                     San Giuseppi 'n cumpagnia
                     E amola e amola.
                       E lu tunnu è veru beddu.
                     E amola e amola.
                     Carricamu stu vasceddu.
                     E di Genna portu finu,

            1 Giornale di Simlia, a. XXXIII,  ii. 138. Pai,, 8 Maggio 1892.
                                                     v. XIV
           — Neptunia j Rivista italiana di pesoa ed acquiouUura j
                                                           ,
           pp. 263-65. Venezia, 1899. — Archivio,  v. XXIII, pp. 509-10.
           Pai., 1907. Una minuta descrizione della tonnara  , illustrata
           con magnifici disegni, dava nel seo. XVIII J. Hoiiel nel citato
           Voyage pittoresque^  t.  I, e nelle ^gg. 29-30.
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