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GAP. XXII. LA TONNARA 383
ottenendo con la cadenza della canzone simultaneità-
di movimenti. Ed il primo prosegue :
Aimola, e tira tira,
Vota, bedda Catarina,
Lu 'nfernu fu ruvìna,
Lu 'nfernu e antri mari
Stu Ddiu nn^havi a ^jutari
Man Dan nu 'n salvamentii
Arbori, mari, 'n piiRpa lu ventu,
Bon portu suttaventu.
La rete diviene piti pesante , e colui che fa da
primo cambia il tono della canzone; ed il coro :
Gnianzò, gniauzò !
Guianzò, gnianzò !
La eialoma continua quasi incalzando i pesci a
raccogliersi ed a venir su.
I primi dorsi lucenti ^ bruni ^ enormi , emergono
come dorsi di bestie impazzate. Allora comincia la
mattanza : i marinai dalle due grandi barche si cur-
vano, e tutti, armati di uncini^ attendono che le vit-
time siano a tiro per agganciarle; quelle si dibat-
tono e qualche volta portano via qualche asta con
tutto P uncino, ancora infìtto nella ferita, la quale,
nella fuga.^ dà fiotti di sangue.
« Quando il tonno non isfugge, i marinai con ganci
e rampini lo traggon su : il pesce, immenso, dà tre-
mendi balzi ; tre o quattro marinai fanno sforzi er-
culei per tirarlo; il ventre è tutto uno splendore di
iridescenze che si macchia rapidamente di sangue :
il tonno è già fin sul bordo, e poi, con un rapidis-