Page 13 - Pitre_1913
P. 13
384 LA FAMIGLIA, LA CASA
«imo moto, per scansarne i colpi di coda, dagli stessi
marmai che Phan preso \iene spinto dentro la bar-
caccia , dove continua a sbattere furiosamente la
coda. Ma esso non è solo ; con esso ne son presi
cinque, dieci da altri marinai; mentre l'acqua, agi-
tata fortemente, è tutta coperta di schiuma; ad ogni
tratto i dorsi e i ventri luccicano sulle sponde delle
4ue grandi barche feriti, sobbalzanti, trattenuti dagli
uncini. Alcuni si tingono d'un sangue cupo, che par
quasi nero quando scorre sul bruno dei dorsi: altri
d' un sangue vermiglio quasi giocondo ; certe ferite
danno un sol flotto di sangue; certe altre ne versano
con gran furia e in gran copia come se fosse cacciato
fuori da un interno lavaggio: e la uccisione dura
spietata per circa un'ora fra quel frastuono di colpi,
di voci, di spume agitantisi che fan l'acqua in molti
punti tutta rossa come se sul campo di quell'uccisione
fosse caduto e ondeggiasse il drappo rosso d' una
enorme bandiera sconfìtta» \
Una lunga strofa, l'ultima del canto, sostiene sino
alla fine la pesca micidiale:
Guianzò, gniauzò !
Nui àutri viaudanti
A sta munnu semu tanti,
E vulernu beu servir!
A la lìdi cristiana.
Santa Virgioi di la Scala,
Passasti la cium ara.
^ Archivio, V. XXIII, pp. 509-10.