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e conservazione e ne riversarono la conoscenza fra le rasole e i giardini della campagna
ubertosa. Olivarelli di Bagnara, porta oggi il nome di quell’illustre padre della nostra terra:
Olivarelli-Grimaldi.
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I Florio-Bagnara giunsero alle soglie del Grande Fracello del 1783, in posizioni di favorevole
economia familiare: possedevano ognuno una casa solarata, con bottega di forgiari e
maniscalchi o di falegnami, e con garzoni, oltre a un patrimonio complementare costituito da
giardini, vigne e terreni agricoli di modesta o media estensione. Qualcuno di loro era divenuto
addirittura “magnifico” e i
matrimoni furono tutti felici.
Durante il Terremoto del 1783
che annientò totalmente
Bagnara, don Vincenzino
Florio perse la moglie Rosa
Bellantoni, che aveva sposata
nel 1753 e si risposò quasi
subito (1784) con Gianna, la
figlia di don Cecé Dettito,
riparando in una baracca di
legno, di proprietà dello
stesso don Cecé, da dove
ripartì la sua attività di mastro.
E l’attività ricominciò in modo
febbrile nei mestieri specifici
nei quali i Florio furono
impegnati e nel recupero e
mantenimento dell’attività
agricola ed esperienze
connesse.
Salvatore Lo Forte: Vincenzo Florio E questo intanto che il
capobarca Paolo Barbaro, il marito di Mattia Florio e figlio del patrocinatore di feluche don
Francesco, forte conoscitore del mare e delle rotte migliori, prendeva a bordo della sua paranza
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2 Domenico Grimaldi ha lasciato una importante produzione scientifico-letteraria:
Memoria diretta all'Accademia de' Georgofili da Genova, 12 settembre 1766, sopra di una certa specie di pianta pratense
chiamata sulla, in: Veglie appartenenti all'economia della villa, 15 febbraio 1767, n. 4, Firenze 1768.
Saggio di economia campestre per la Calabria Ultra, Orsini ed., Napoli 1770
Istruzione sulla nuova manifattura dell'olio introdotta nella Calabria, R. Lanciano ed, Napoli 1773
Osservazioni economiche sopra la manifattura e commercio delle sete del Regno di Napoli alle sue finanze, scritte dal
marchese Domenico Grimaldi; con alcune riflessioni critiche sopra del Bando delle Sete del 1754, G.M. Porcelli ed.,
Napoli 1780
Piano di riforma per la pubblica economia delle provincie del Regno di Napoli, e per l'agricoltura delle Due Sicilie,
scritto dal marchese d. Domenico Grimaldi,, G.M. Porcelli ed., Napoli 1780
Piano per impiegare utilmente i forzati, e col loro travaglio assicurare ed accrescere le raccolte del grano nella Puglia,
e nelle altre provincie del Regno scritto dal marchese d. Domenico Grimaldi di Messimeri patrizio genovese.., G.M.
Porcelli ed., Napoli 1781
Memoria del marchese Domenico Grimaldi di Messimeri patrizio genovese, diretta al supremo consiglio di finanze per
lo ristabilimento dell'industria olearia, e dell'agricoltura nelle Calabrie, ed altre provincie del Regno di Napoli, G.M.
Porcelli ed., Napoli 1783
Memoria sulla economia olearia antica e moderna e sull'antico frantoio da olio trovato negli scavamenti di Stabia, In
Napoli: Stamperia Reale, Napoli 1783.
Relazione d'un disimpegno fatto nella Ulteriore Calabria con alcune osservazioni economiche relative a quella provincia,
G.M. Porcelli ed., Napoli 1785
3 Don Ciccio Barbaro fu fra i più influenti esponenti nella costituzione delle “Società” che si formavano sulla spiaggia
durante il carico delle merci da commerciale lungo i porti, soprattutto dell’Adriatico, con Trieste capolinea e da qui, verso
l’Europa continentale. Le “Società” si formavano fra grandi e piccoli commercianti, proprietari terrieri e piccoli
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