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due, alla quale s’accomunò la saggezza di Ignazio e la positività di Giuseppa.
2.- BAGNARA COME EREDITÁ BENEFICIATA AI FLORIO.
Bagnara dunque, diede molto ai Florio, se non tutto ciò
che potesse loro consentire di porsi sul mercato e
vincere. E questo è fuor da dubbio.
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La seconda notazione che cortesemente offro ai Lettori
è questa:
con la partenza da Bagnara verso Palermo di Giuseppa
Saffioti e del cognato Ignazio Florio, i rapporti fra
Bagnara e i Florio palermitani si arrestarono in modo
sempre più radicale.
I Florio del periodo palermitano non ebbero più rapporti
commerciali o di altro tipo con Bagnara, se si esclude
qualche contatto epistolare con parenti (soprattutto
Giuseppa con la cognata Mattia), che col tempo,
passando le generazioni, diverrà sempre più solo di
nome più che di fatto.
Non sarà il traumatico “addio” pronunziato da Vincenzo
Morello verso la propria Città natale, sarà un distacco
più naturale, come avvenne per centinaia di emigrati
Ignazio Florio juniore soprattutto d’oltreoceano, ma fu egualmente un
mancato riconoscimento verso una Città che li accolse,
ed entro la quale crebbero e si fecero strada e che diede loro tutta la conoscenza necessaria per
farsi valere. Citando donna Giuseppa, l’Autrice fa commentare fra sé e sé a Vincenzo con
riferimento a sua madre: … della Calabria, ormai, … parla poco. Non c’è più il rimpianto astioso
di un tempo; Bagnara è il luogo della memoria in cui sono confinati sogni e desideri persi per
sempre … (ivi pag. 312) una volta raggiunta l’agiatezza e una volta che la famiglia si fu
totalmente inserita nel volano palermitano: Se ancora oggi si celebra lo charme di donna Franca
Jacona di San Giuliano (la splendida consorte di Ignazio Florio Juniore (1869-1957), per la sua
bellezza e capacità di stare fra la migliore élite europea concentrando su di sé l’attenzione
persino di Re e Imperatori, certo la fortuna dei Florio dovette tutto al coraggio e al vigore di
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donna Giuseppa Saffioti, “la Bagnarota”, che seppe fare fronte al peggiore momento della
famiglia, dopo la tragedia del 1783, e a «normalizzare» la frenetica vita in ascesa della prima
stagione palermitana.
Un esempio calzante del “distacco” che i Florio ebbero nei confronti di Bagnara, sta negli episodi
accaduti immediatamente dopo il terremoto del 1908 che annientò Bagnara oltre che Messina
e Reggio. Ignazio allestì immediatamente il proprio panfilo personale facendovi caricare
medicinali, viveri e abbigliamento e così bardato, navigò con la moglie verso Messina, ove si
profuse lodevolmente nei soccorsi, mischiato fra la gente a scavare anche con le mani. Ma non
4 Sui Florio del periodo bagnarese, cfr.: TITO PUNTILLO, Vincenzo Fondacaro fra Garibaldi e il mare. Le gesta di un
sognatore, realizzate per affermare il valore del genio italiano nel mondo, Disoblio ed., Bagnara Cal. 2015, da pag. 193.
E inoltre la specifica pubblicazione ora in Academia.edu: https://www.academia.edu/15209150/I_Florio_a_Bagnara.
Cfr.: inoltre il fondamentale testo di ORAZIO CANCILA, I Florio. Storia di una dinastia imprenditoriale, Bompiani ed.,
Milano 2008, fino a pag. 53.
5 Si veda per questo: ANNA POMAR, Franca Florio, edizioni Novecento, Palermo 2006, con splendida documentazione
fotografica a corredo. Salvatore Requirez ha raccolto in un interessante volume, molti dei passi contenuti nei diari che
donna Franca scrisse durante il corso della sua vita: SALVATORE REQUIREZ, Con gli occhi di Franca. Diario del
tramonto dei Florio, Nuova Ipsa ed., Palermo 2018 mentre le contraddizioni e le dissolutezze di Ignazio Florio sono
documentate nel testo di BENITO LI VIGNI, La dinastia dei Florio. Romanzo storico, Sovera Multimedia ed., Roma
2013.
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