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CAPITOLO 1

Figura 2 – Le tre tipologie di cava a cielo aperto secondo J.C. Bessac, 1986 (Fonte: Lena e Rustico, 2008)8

Le cave coltivate in età antica mostrano ancora i segni degli utensili utilizzati per l’estrazione dei
materiali, in particolare sono ancora visibili le tracce lasciate dagli attrezzi utilizzati per tagliare
le caesure di estrazione e per il distacco dei blocchi di pietra, i cavatori per facilitare il lavoro di
estrazione sfruttavano l’andamento delle fessure naturali della roccia (Lena e Rustico, 2008).
Le tecniche estrattive rimasero molto rudimentali e sostanzialmente invariate per secoli, non
distanti da quelle manuali utilizzate dai grandi cavatori quali furono i Greci e i Romani, sino
all’introduzione degli esplosivi nei lavori di estrazione mineraria.
L’introduzione degli esplosivi nell’industria estrattiva si diffuse in modo irregolare, ad esempio
nell’area del Monteferrato, dove in passato si estraeva la serpentina, “verde di Prato”,
l’estrazione è proseguita sino agli inizi del Novecento con tecniche manuali (Corti, 2007).
La localizzazione e lo sfruttamento dei siti estrattivi nel passato risultava condizionata dalla
disponibilità di direttrici carrabili o navigabili atte a consentire un agevole trasporto del materiale
verso le destinazioni finali (Caniato, 2006); importanti innovazioni nell’industria estrattiva sono
legate all’introduzione dei mezzi meccanici per la movimentazione e il trasporto dei materiali.
Il trasporto risultava più agevole ed economico sfruttando le direttrici navigabili e questo
giustifica la presenza di numerose cave storiche costiere databili ai periodi più antichi, anche la
prossimità alle vie fluviali rappresentava un parametro importante per la localizzazione delle
cave. I siti di estrazione erano attrezzati tramite bitte per l’ormeggio e sistemi di sollevamento e
movimentazione atti a consentire l’imbarco dei materiali.
Il trasporto via terra risultava difficoltoso e costoso, necessitava di un impiego consistente di
animali dedicati in via esclusiva e dipendeva dalla prossimità alle principali vie di
comunicazione.
Un esempio imponente di trasporto delle pietre destinate alla edificazione sfruttando le vie
d’acqua è rappresentato dalla circolazione dei materiali organizzata dai Romani, che
estraevano lapidei da tutto il bacino del Mediterraneo per destinarli alla realizzazione delle
grandi opere dell’impero. Il fiume Tevere è stato ampiamente utilizzato nei vari periodi storici per
trasportare i materiali da costruzione nella città di Roma; la via fluviale veniva utilizzata sia per i
materiali di provenienza extralocale sia per i materiali provenienti dalla cave laziali, in alcuni casi
ubicate in prossimità del fiume stesso.

8 Lena G., Rustico A. (2008), Le cave antiche, in Gisotti G., Le cave. Recupero e pianificazione ambientale, Dario Flaccovio Editore,
Palermo, pag. 270.

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