Page 44 - quad8
P. 44

CARTA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI 1:250.000- GUIDA AL RILEVAMENTO 41

Bacino Marsili
         Ha forma romboedrica ed è separato dal bacino Vavilov e dalla piana batiale meridionale

da una soglia a direzione N-S. Anche nel bacino M arsili i dati ottenuti dal Leg 107 ODP hanno
messo in evidenza la presenza di un basamento di tipo oceanico. In particolare il sito 650 ha
perforato al di sotto di sedimenti con età di 1.7-1.9 M a, basalti ad affinità calc-alkalina
(BECCALUVA et alii, 1990). I sedimenti di età pliocenica superiore all'interno dei quali è presente
una marcata discontinuità (M ARANI et alii, in stampa) giacciono direttamente su questo
basamento e consistono di torbiditi e altri depositi dovuti a flussi gravitativi intercalati a fanghi
calcarei (KASTENS et alii, 1988) (Fig.20). L'area centrale del bacino è occupata dal vulcano
M arsili che si eleva per 3000 m sul fondo della piana batiale.

         Oltre che dalla formazione di crosta oceanica nei bacini Vavilov e M arsili l'evoluzione del
bacino tirrenico è stata accompagnata da altri importanti fenomeni vulcanici. Al retro della zona di
subduzione della placca adriatica si sono infatti susseguiti nel tempo tre archi vulcanici: il più
antico in Sardegna (32-13 M a), il più recente (1-0 M a) delle isole Eolie e dei vulcani marini
adiacenti e un presunto arco intermedio (5-2 M a) centro-tirrenico (ARGNANI et alii, 1995). Sono
inoltre presenti corpi vulcani ad affinità intra-placca e calcalcalini, i più importanti dei quali sono
quelli che costitiuscono i rilievi sottomarini del M agnaghi, del Vavilov e del M arsili (BECCALUVA
et alii, 1994; GASPAROTTO & SAVELLI, 1994; ARGNANI et alii, 1995).

Tirreno settentrionale
       Il Tirreno settentrionale è compreso fra la Corsica, la Toscana e la Liguria e raggiunge, a

Sud, la massima profondità di 2200 m. L'anomalia di Bouguer è caratterizzata da valori
leggermente positivi in graduale aumento verso Sud.

       Lo spessore crostale diminuisce dai margini verso le aree centrali dove si riduce a 22.5 km
(NICOLICH & DAL PIAZ, 1991). I dati geofisici indicano quindi un assottigliamento crostale
minore rispetto a quello del Tirreno meridionale. La dorsale dell'Elba, a direzione N-S, divide
questa zona in due settori: il margine toscano ed il bacino Corso.

Margine toscano
       Lo smembramento della catena collisionale alpino-appenninica è avvenuto in questa regione

tramite l'attività di faglie distensive con orientazione N-S e NO-SE (fig.21), che hanno talora
riattivato precedenti piani di accavallamento (ZITELLINI et alii, 1986; BARTOLE et alii, 1991).
Ne è risultata una strutturazione a semi-graben delimitati da faglie con movimento rotazionale e
separati longitudinalmente da faglie trasversali a direzione antiappenninica (ZITELLINI et alii,
1986; M ARANI & ZITELLINI, 1986; M ARIANI & PRATO, 1988) (fig.22).

         Il basamento è costituito da unità ad affinità liguride e da unità sedimentarie e
metamorfiche simili a quelle della serie toscana sovrascorse le une sulle altre con vergenza verso
Est e la cui distribuzione spaziale comunque non è di facile ricostruzione (BARTOLE et alii, 1991).
Il riempimento sedimentario dei semi-graben, prevalentemente di tipo torbiditico, inizia nel
Tortoniano superiore ed avviene contemporaneamente all'attività delle faglie distensive fino al
Pliocene superiore.
   39   40   41   42   43   44   45   46   47   48   49