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CARTA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI 1:250.000- GUIDA AL RILEVAMENTO 39

anomalie di Bouger e spessori crostali ridotti a 10 km (STEINMETZ et alii, 1983; NICOLICH &
DAL PIAZ, 1991). Una soglia batimetrica con direzione N-S e spessore crostale più elevato (15
km) divide il bacino del Vavilov da quello del M arsili. Tra queste zone batiali profonde e le aree
emerse peri-tirreniche si interpone una serie di ampi bacini di scarpata (FABBRI et alii, 1981)
(fig.17); le aree di scarpata continentale sono in genere caratterizzate da valori dello spessore
crostale e delle anomalie di Bouguer intermedi fra quelli delle aree bacinali profonde e quelli delle
aree emerse circostanti.

B a c i n i p e r i-t i r r e n i c i
         Sulla scarpata superiore della Sardegna si estende, da capo Carbonara al canyon di Caprera

il bacino Sardo. Sulla scarpata inferiore, separato dal bacino Sardo tramite il rilievo delle Baronie,
si estende quello del Cornaglia. Questi bacini sono originati da faglie distensive orientate
prevalentemente N-S che producono una serie di graben e semi-graben (FABBRI et alii, 1981)
(fig.18). Il basamento è costituito da rocce paleo-mesozoiche affini a quelle affioranti in Sardegna
(BORSETTI et alii, 1979); sul M onte delle Baronie, che separa il bacino sardo da quello del
Cornaglia, sono presenti rocce serpentinitiche a presunta affinità alpina (WEZEL et alii, 1977).
Nell’area compresa fra il margine sardo e la zona delle Egadi, sono ancora presenti unità
stratigrafico-strutturali di tipo europeo (granitoidi del basamento sardo orientale), ma sono state
rinvenute anche unità di tipo calabro-kabilide e di tipo siciliano (CATALANO et alii, 1989) che
sovrascorrono le une sulle altre con vergenza verso Sud. I più antichi depositi all'interno di questi
bacini, in accordo con quanto rilevabile a terra in Sardegna, sono attribuiti all'Oligocene; i depositi
pre-messiniani raggiungono lo spessore di 2600 m e la loro parte basale, di età anteriore al
Tortoniano, si è deposta prima dell'inizio dell'attività distensiva che ha dato origine all'apertura
tirrenica; a partire dal Tortoniano invece la sedimentazione è stata coeva con la rotazione dei
blocchi bordati dalle faglie distensive (FABBRI et alii, 1981). Il M essiniano è rappresentato da
depositi evaporitici cui seguono in discordanza i sedimenti pliocenico-quaternari che raggiungono
lo spessore di 1600 m. Nel bacino del Cornaglia il M essiniano è caratterizzato da uno spesso e
continuo livello di sale che dà origine a frequenti strutture di tettonica salina. Sul margine siciliano
e su quello calabro sono presenti numerosi bacini di scarpata i più importanti dei quali sono quelli
di Cefalù, di Gioia e di Paola. Sono originati da faglie distensive con direzione in prevalenza NO-
SE e NE-SO, che hanno portato alla formazione di blocchi ruotati spesso limitati assialmente da
faglie trasversali (Fig.19). Le rocce del basamento affioranti nelle parti più elevate dei blocchi
ruotati hanno affinità con quelle dell'arco calabro e della catena maghrebide siciliana. Sono state
infatti rinvenute rocce ad affinità calabra nel bacino di Paola, calabro-peloritana in quello di Gioia
e simili a quelle della catena siciliana (Complesso Panormide, Formazione di Reitano, Capo
d'Orlando) nel bacino di Cefalù (FABBRI et alii, 1981).

         Nei bacini circostanti la Calabria e la Sicilia (Cefalù, Gioia, Paola) l'inizio dell'attività
distensiva è marcato da depositi di età tortoniana che giacciono in discordanza sul basamento e
raggiungono lo spessore di 2500 m (FABBRI et alii, 1981; ARGNANI & TRINCARDI, 1988).
Anche questi bacini sono interessati dalla sedimentazione evaporitica messiniana; in particolare le
evaporiti hanno spessore fino a 1600 m nel bacino di Cefalù dove danno origine anche a
frequenti strutture deformative dovute a tettonica salina. Al di sopra delle evaporiti si trovano in
discordanza i sedimenti plio-quaternari che raggiungono 2000 m di spessore. Andando verso i
bacini posti a Nord del margine calabro l'età della tettonica distensiva sembra essere più recente,
infatti i depositi plio-quaternari sono in diretto contatto col basamento.
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