Page 56 - tesi DANIELA COMPLETA
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Questo piccolo scavo veniva poi utilizzato per piazzarvi sopra
un argano in legno (manganeddru) per tirare su i conci. Si
procedeva all' ingrottamento direttamente dal livello del suolo
oppure rialzandosi da esso mediante ponteggi arrangiati con
tavole per l' edilizia o tramite i tufi stessi, partendo cioè da un
pianerottolo lasciato apposta durante lo scavo di una cava a
cielo aperto, al quale si accedeva arrampicandosi lungo la
parete sulla quale precedentemente vi erano stati intaccati
degli appigli detti scanneddri.
Dentro le grotte si faceva luce con le candele o con le
lampade ad acetilene. Il lavoro dei cavatori era paragonabile
quindi a quello dei minatori.
Le dimensioni degli scavi non superavano inizialmente i 3
metri di ampiezza per 1.50 m di altezza; poi, a mano a mano
che si procedeva verso l' interno, ci si allargava di 25 cm per
ogni lato, abbassando anche il pavimento. La profondità
raggiungibile dipendeva dalla qualità della pietra oppure dal
raggiungimento della falda acquifera, e comunque finché le
colonne lasciate a sorreggere la volta, assottigliate di 25 cm
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