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con mare in tempesta in superficie, accadde che le reti dell’isola
si sollevassero, facendo fuggire i tonni già in trappola, con
perdita secca dell’annata di pesca. Ma, la domanda che bisogna
porsi è la seguente: perché un pedale così lungo, anzi il più lungo
di tutte le tonnare di Sicilia e forse del Mediterraneo? La risposta
è che il pedale doveva intercettare una vena della LIW che, con
grande probabilità, scorre in modo prossimale alla costa. Le
recenti indagini di oceanografia operate con diversi transetti tra
Tunisia e Sicilia ci dicono che diverse vene d’acqua si incrociano
nelle soglie dello Stretto di Sicilia e che l’orografia tormentata
del fondo frammenta e divide le correnti principali ed opposte
dell’acqua atlantica (AW) da un lato e dell’acqua levantina
intermedia (LIW) e dell’acqua profonda da Est (EMDW)
dall’altro. La regione occidentale è caratterizzata da una
topografia particolare che riduce la sezione C. Bon-Mazara del
Vallo a 2 soglie vicine sotto i 200 m, con una massima profondità
di 500 m (Ben Ismail et al., 2014). In questo studio si sottolinea
Fig. 13 – Individui di Fusinus rostratus un peculiare e persistente aspetto che è quello di due nuove
(Olivi); gli esemplari n. 3 e n. 5 provengono
da pescate effettuate nel Canale di Malta masse d’acqua tra l’acqua atlantica e l’acqua levantina intermedia.
in biotopi vicini. La presenza di individui Tra l’altro i profili CTD nello stesso transetto rivelano una
carenati ed acarenati rivela pennelli d’acqua importante variabilità interannuale nella stessa regione. Che
prossimali ed opposti, con salinità diversa. nello Stretto di Sicilia ed anche più a SE, lungo la stretta platea
costiera siciliana ed i profili di scarpata dell’epibatiale del Canale
di Malta si dovesse registrare un intricata struttura di vene d’acqua di diversa provenienza e salinità, mi
era apparsa una ipotesi plausibile, allorquando in alcuni saggi di strascico operati alla fine degli anni ’60
nell’area, avevo catturato degli individui carenati ed acarenati di Fusinus rostratus (Olivi). Si tratta di
specie polimorfa e politipica in cui la presenza ed il pronunciamento o meno della carena sono legati
alla maggiore o minore salinità (Bombace, 1971; Fig. 13). C’è sicuramente un pennello di LIW costiero
(Fig. 14), in cui si incanalano i tonni post
genetici, pennello che probabilmente si
distacca dalla vena principale della LIW,
come riscontrano le investigazioni
oceanografiche svoltesi nel versante siciliano
della soglia (Astraldi et al., 2002; Gasparini
et al., 2005). Accanto a questo pennello
costiero di LIW, scorre in senso opposto
qualche probabile diramazione dell’AW,
venendosi così a creare dei microambienti
particolari per due biotopi a salinità diversa.
Certamente il pennello costiero di LIW
riesce a risalire, guadagnando la platea
davanti la costa di Capo Granitola dove la
tonnara, con il suo lungo pedale riusciva ad
intercettare i gruppi di tonni post genetici
ma anche i tonni non ancora riprodottisi o Fig. 14 – Intrico di correnti di provenienza diversa nello Stretto
riprodottisi per la prima volta ed in fase di di Sicilia (da Ben Ismail et al., 2014, modificato); in verde l’area
strascicata negli anni ’60 e pennelli di correnti opposte.
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