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esemplari non avranno modo di riprodursi. I mangimi per nutrirli sono a base di

                   pesce e ne servono 15 kg per far ingrassare un esemplare di un solo chilogrammo,
                   provocando  quindi  una  forte  ricaduta  in  termini  di  sovrapesca  su  altre  specie

                   marine. Alla luce di ciò appaiono perciò ecologicamente inutili i vari tentativi, solo
                   recentemente riusciti, di riprodurre il tonno in cattività.


                          All’origine  di  questo  tipo  di  allevamento  ci  sono  delle  grandi  società

                   Giapponesi,  come  la  Mitsubishi  Corporation,  che  finanziando  il  sistema
                   dell’allevamento in gabbie alla fine degli anni novanta erano divenuti i fornitori di

                   oltre  la  metà  del  Bluefin  complessivamente  pescato  nel  Mediterraneo.  Tuttora
                   questi tonni sono venduti, attraverso gli stessi canali di quelli pescati con i metodi

                   tradizionali, tramite un intricato sistema di distribuzione che utilizza mediatori,
                   importatori, trasformatori, grossisti e dettaglianti. Al vertice di tutto ciò troviamo

                   la già citata Mitsubishi, la multinazionale che oltre al commercio di automobili,

                   prodotti chimici e acciaio, possiede e controlla il 40% del mercato del Bluefin in
                   Giappone e conserva, nei suoi magazzini refrigerati, enormi quantitativi di tonno

                   congelato. L’attivista Paul Watson, cofondatore di Greenpeace e ora fondatore e
                   presidente della Sea Shepherd Conservation Society (SSCS)  afferma che: c’è un
                                                                                   116
                   interesse economico nel portare la specie all’estinzione in quanto meno tonni ci
                   sono, più il prezzo sale, di conseguenza, più la popolazione ittica è ridotta più chi

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                   vende tonno è seduto su una miniera d’oro . Più fonti asseriscono, inoltre, che la
                   Mitsubishi  Corporation  stia  acquistando  il  maggior  numero  possibile  di  tonni

                   rossi,  li  stia  congelando  e  aspetti  l’estinzione  o  il  blocco  della  pesca  per  poi
                   rivenderli a prezzi ancora più elevati .
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                          Per  quanto  possa  sembrare  retorica,  l’attuale  sistema  sociale  sta

                   trascurando  i  benefici  a  lungo  temine  di  una  pesca  sostenibile  in  ragione  della
                   ricerca del profitto.




                   116  “Costituita nel 1977, Sea Shepherd Conservation Society (SSCS) è un'organizzazione internazionale senza
                   fini di lucro la cui missione é quella di fermare la distruzione dell'habitat naturale e il massacro delle specie
                   selvatiche negli oceani del mondo intero al fine di conservare e proteggere l'ecosistema e le differenti specie.”
                   http://www.seashepherd.it/who-we-are/
                   117  M. Serfini «Pesca nel Mediterraneo c'è chi punta all'estinzione.» Corriere della Sera. It, 10 Ottobre 2011.
                   http://www.corriere.it/ambiente/11_ottobre_10/pesca-illegale-mediterraneo-serafini_808cd216-f316-11e0-
                   9003-e42e185dfd5a.shtml
                       118 «The end of the line –Imagine a world without fish»Film directed by Ruper Murray Gran Bretagna.
                      2009
                       S. Giannini, Report -« L'ultima mattanza». RAI. 23 Maggio 2010
                       M. Serfini «Pesca nel Mediterraneo c'è chi punta all'estinzione.» Corriere della Sera. it ... cit.
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