Page 48 - Ruffino_2013
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X. 9. La musica di tradizione orale          229




            basati su un testo scritto ma ormai affidati alla sola memoria orale) a battute improv-
            visate in dialetto strettissimo, a sfondo comico e talvolta osceno. La fase preparatoria
            è affidata a coloro che hanno prenotato (addumannatu) la Pasturali: famiglie e gruppi
            di vicinato (quasi sempre per voto, prumisioni), circoli o associazioni private (per vi-
            vacizzare le attività festive con uno spettacolo sempre gradito). L’allestimento della
            “scena” consiste nella costruzione di una capanna con legni, cartoni e frasche sotto
            una fiuredda addobbata come per le novene di Natale ma con maggiore illuminazione.
            In prossimità dell’edicola viene preparato un falò che sarà acceso all’inizio della rap-
            presentazione, di norma effettuata nelle ore serali. L’azione si apre con i pastori che
            si avvicinano lentamente, accompagnati dal suono di zampogna e cerchietto, simu-
            lando grande stupore per la forte luce che scorgono in lontananza. Giunti in prossimità
            della capanna la musica cessa, i pastori improvvisano qualche battuta scherzosa e poi
            si mettono a dormire. La musica riprende tra il russare e lo spulciarsi dei pastori, fin-
            ché giunge il Curàtulu. Questi, che si mostra consapevole della miracolosa nascita
            con ampi gesti di gioia e meraviglia, tenta di svegliare il primo pastore per informarlo
            della “lieta novella”:

                                                   Esecuzione: cantori e suonatori licatesi.
                                       Rilevamento: S. Bonanzinga; Licata (AG), 28/12/1994.
                                                 Edizione: Bonanzinga cd.1996a (traccia 3).

                  Bbardàssaru, come fai a dormire che al centro della notte Dio ha fatto giorno. Guarda
               che brillare di luce ch’è nato sulla grotta di Betlemme e tu dormi buon pastore, svegliati!
               Buon pastore, guarda gli agnelli che pascolano, gli uccelli che cantano e tu dormi o buon
               pastore, svegliati! Non temere, buon pastore, sveglia ch’è nato il Re di tutti i re!

               Il tentativo fallisce e ricomincia la musica in sottofondo agli andirivieni del Cu-
            ràtulu sempre più strabiliato dai sacri eventi. L’invito alla sveglia si ripete identico
            anche per gli altri due pastori, ma senza sortire effetti. Il Curàtulu si rivolge allora di
            nuovo al primo pastore, ripentendo con lievi varianti la precedente esortazione per
            cercare di convincerlo, con le buone e con le cattive (a colpi di bastone), che è nato
            il Redentore. Questa volta Bardàssaru si alza e scambia qualche animata battuta con
            il Curàtulu, fino a concludere:

                  Buon pastore, tu dici che al centro della mezzanotte Dio ha fatto giorno, ancora
               gli occhi miei non sono convinti e questa non è ora di pascolare armenti!
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