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            Levanzo (37° 59’ N, 12° 20’ E), la minore delle Egadi, presenta uno sviluppo costiero
            di circa 12 km. E’ famosa per la Grotta del Genovese dove sono incisi graffiti di epoca
            paleolitica  e  neolitica.  La  popolazione  (poco  più  di  200  abitanti  su  5,6  kmq)  vive
            concentrata nell’unico omonimo centro abitato, a 10 m s.l.m. sulla sponda meridionale
            dell’isola, in una insenatura, detta Cala Dogana, che costituisce anche il porticciolo e
            che  offre  buon  riparo  dai  venti  settentrionali  e  di  ponente.  L’attività  economica
            principale  è  la  pesca,  mentre  scarsissima  è  l’attività  agricola.  Un  tempo,  quasi  un
            terzo della superficie dell'isola era coltivata a vite e a cereali, ma già trent'anni fa, a
            causa dell'assoluta mancanza d'acqua e dell'emigrazione, le coltivazioni si riducevano
            alle località "La Fossa" e "Case", in prossimità del paese, mentre il resto era lasciato al
            pascolo. Oggi non esiste quasi più agricoltura ed i terreni incolti sono adibiti al pascolo
            di ovini e bovini.




























                                      Distribuzione percentuale delle classi di uso del suolo, rispetto alla
                         superficie totale dell’Isola di Levanzo (da: Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico - Isole Egadi).

            2.1.2  Caratteristiche geologico-geomorfologiche

            Le  isole  Egadi  rappresentano  un  frammento  affiorante  della  Catena  Maghrebide-
            Siciliana costituito dalla sovrapposizione di vari corpi tettonici individuatisi durante le
            fasi tettoniche neogeniche. Significativa è la perfetta corrispondenza, sia nell’assetto
            geostrutturale che nella successione dei terreni, in particolare a partire dal Tirreniano
            (~ 120.000 anni BP), tra le tre isole.
            Esse  sono  costituite  in  prevalenza  da  rocce  carbonatiche  mesozoiche,  con  lembi  di
            terreni pliocenici e quaternari. L’affioramento più esteso di terreni quaternari marini è
            costituito  dai  cosiddetti  “tufi”  dell’isola  di  Favignana,  arenarie  calcaree  attribuite  da
            Malatesta (1957) al “Calabriano” e ad un ambiente di mare assai basso. L’assenza di
            tale  formazione  nell’isola  di  Levanzo  viene  attribuita  dal  Malatesta  a  dislocamenti
            tettonici  avvenuti  successivamente  al  Calabriano  che  hanno  determinato  movimenti
            verticali differenziati fra le isole.
            Lo  stesso  autore  riconosce  alle  tre  isole  la  stessa  storia  geologica,  a  partire  dal
            Tirreniano. In tutte sono più o meno evidenti depositi fossiliferi e tracce di linee di riva
            a +5 e +30 m s.l.m., seguiti da depositi detritici subaerei corrispondenti alla fase di
            clima  oceanico  umido  instauratasi  durante  la  regressione  post-tirreniana.  Ulteriori
            depositi di origine eolica vengono invece ricollegati ad una fase di clima continentale



                                        Analisi Ambientale del Distretto turistico delle Isole Egadi
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