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            antichi delle spiagge a Strombus a quota +5 m; tuttavia sono riconoscibili, a più livelli,
            tracce di antiche superfici di abrasione marina. Tra queste, la  più antica, secondo il
            Malatesta (op. cit.), è presente lungo i rilievi a  quote in media comprese fra 55 e 80
            m slm.
            A Cala Tramontana, all’interno di una grotta prodotta dall’erosione marina nei calcari
            mesozoici, è stata rinvenuta fauna ed industria del Paleolitico. Presso Punta Genovese
            si trova invece la Grotta dei Graffiti, dove il Graziosi (1950) segnalò Bos primigenius,
            Equus (Asinus) hydruntinus, Vulpes vulpes, Cervus elaphus e Sus scropha ferus.
            L’isola  di  Levanzo  risulta  essere  interessata  da  fenomeni  di  crollo,  localizzati  nella
            porzione  meridionale  e  all’interno  dell’isola,  lungo  il  versante  orientale  di  Pizzo  del
            Monaco.  La  zona  che  desta  maggiore  preoccupazione  è,  senza  dubbio,  il  costone
            roccioso prospiciente il centro abitato.

            Marettimo
            L'Isola  di  Marettimo,  distante  21  miglia  -  circa  37  km  -  dalla  costa  siciliana,
            rappresenta  il  segmento  più  occidentale  affiorante  della  Catena  Siciliana.  Malatesta
            (1957) descriveva il paesaggio di quest’isola come “montagna aspra e selvaggia, quasi
            a picco sul mare” le cui rocce “si presentano intensamente piegate e fagliate” e sulle
            quali  “le  azioni  dinamiche  esogene  hanno  operato  profonda  azione  demolitrice”.  Ne
            risulta  un  paesaggio  con  “vette,  rupi  e  torrioni  ammantati  di  imponenti  coltri
            detritiche”.
            Essa è costituita prevalentemente da depositi carbonatici, evaporitici e calcareo-silico-
            marnosi  di  età  Trias  medio  (?)  -  Cretaceo  inf.,  riferibili  ad  ambiente  di  piattaforma
            carbonatica  e  piattaforma  carbonatico-pelagica.  Su  questi  terreni  poggiano,  in
            discordanza  angolare,  depositi  di  età  pleistocenica  ed  olocenica  (essenzialmente
            conglomerati e sabbie).
            L’assetto  strutturale  notevolmente  complesso  e  l’elevato  grado  di  deformazione
            tettonica  che  ha  subito  sin  dalla  sua  formazione,  conferiscono  all’isola  un  assetto
            geomorfologico  molto  più  instabile  rispetto  alle  altre  isole.  La  porzione  nord-
            occidentale e quella nord-orientale si presentano notevolmente dissestate. La costa, in
            questi tratti, è molto frastagliata e costituita da alte falesie soggette ripetutamente a
            crolli.  Crolli  lungo  le  falesie  sono  presenti  anche  in  tutta  la  porzione  meridionale
            dell’isola e lungo tutta la parte settentrionale.


            2.1.3 Descrizione della vegetazione e della fauna e presenza di eventuali elementi sensibili

            La natura e la biodiversità delle isole siciliane, e delle Egadi in particolare, presenta
            caratteristiche derivanti dall’adattamento a condizioni peculiari come quelle del mare e
            del clima locale che, nonostante i cambiamenti intervenuti nel corso del tempo, hanno
            consentito, in alcuni casi il mantenimento degli equilibri originari.
            Nell’ambito  del  bacino  del  mediterraneo,  le  isole  minori  siciliane,  hanno  fornito  un
            contributo  fondamentale  alla  conservazione  di  biodiversità  in  termini  sia  di  diversità
            specifica  vegetale  (floristica),  sia  come  diversità  di  habitat  che  consentono  il
            mantenimento  e  la  sopravvivenza  delle  specie  animali  configurandosi  come  luogo
            ideale  per  la  crescita  di  particolari  specie  endemiche  e,  inoltre,  costituiscono  un
            importante sito di sosta per le migrazioni degli uccelli dal continente africano.
            Per  questa  ragione  le  isole  Egadi  sono  state  nell’elenco  dei  Siti  di  Importanza
            Comunitaria  (SIC)  e  delle  Zone  di  Protezione  Speciale  (ZPS)  di  cui  alle  direttive
            79/409/CEE e 92/43/CEE (“Direttiva Habitat”) relative alla conservazione degli habitat
            naturali  e  seminaturali  e  della  flora  e  della  fauna  selvatica  con  lo  scopo  primario  di
            contribuire  a  salvaguardare  la  biodiversità  mediante  la  conservazione  degli  habitat


                                        Analisi Ambientale del Distretto turistico delle Isole Egadi
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