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            carsiche,  faglie,  cime,  selle,  rocce,  costoni  rocciosi,  fossi  di  ruscellamento,  coste,
            falesie  e  tutte  le  forme  che  hanno  interesse  culturale  e  scientifico).  Tali  aree  sono
            sottoposte a regime di conservazione, mantenimento e consolidamento.
            Di  seguito  si  fornisce  una  breve  descrizione  delle  caratteristiche  geologiche  e
            geomorfologiche  delle  singole  isole.  Per  ulteriori  dettagli,  riguardanti  le  dinamiche
            territoriali,  il  rischio  geomorfologico,  le  acque  sotterranee,  le  spiagge  e  le  acque
            costiere,  si  rimanda  alla  specifica  relazione  del  Task  2.3  “Gestione  risorse  naturali”
            dell’aggregato progettuale.

            Favignana
            L’isola  di  Favignana  è  costituita  da  una  dorsale  mesozoica,  formata  da  una
            successione  continua  di  dolomie  e  calcari  stratificati  con  inclinazione  diretta  a  sud,
            sviluppata in senso N-S – la cosiddetta Montagna Grossa – e da due aree pianeggianti
            estese  ad  est  e  ad  ovest  di  essa.  La  dorsale  è  delimitata  ai  due  lati  da  altrettante
            dislocazioni    tettoniche     che    hanno      ribassato    la   successione      carbonatica
            determinandone quindi il ricoprimento da parte di depositi più recenti. Nella porzione
            occidentale, tuttavia, i calcari affiorano estesamente testimoniando un abbassamento
            sensibilmente inferiore a quello subito dalla porzione orientale. La porzione orientale
            dell’isola  è  interamente  formata  da  arenarie  tenere,  dette  localmente  “tufi”,  già
            utilizzate  come  pietra  da  costruzione.  Le  arenarie,  attribuite  da  Malatesta  (1957)  al
            “Calabriano”,  si  presentano  stratificate  in  grossi  banchi  interessati  da  piccole
            dislocazioni, la cui direzione coincide con i motivi strutturali riconoscibili nei terreni del
            Mesozoico. Sono inoltre segnalati depositi di spiaggia e continentali di età tirreniana e
            post-tirreniana.
            L’isola  è  ricca  di  manufatti  litici,  fra  i  quali  prevalgono  in  genere  le  ossidiane.  Nei
            detriti  di  riempimento  della  grotta  dell’Uccirìa  sono  stati  rinvenuti,  oltre  a  gusci  di
            molluschi, ossa di mammiferi e selci lavorate, in particolare, denti di Equus (Asinus)
            hydruntinus, Bos primigenius e Cervus elaphus.
            Dal  punto  di  vista  geomorfologico  il  territorio  dell’isola  di  Favignana  non  presenta
            rilevanti problemi di instabilità. Sono stati individuati fenomeni di crollo nella dorsale
            centrale  e  lungo  i  versanti  mediamente  inclinati  verso  il  mare  a  Nord  dell’isola.  A
            Nord-Est, particolarmente pericolosa risulta la zona di Cala Rossa, in passato oggetto
            di  attività  estrattiva,  ove  l’arretramento  della  falesia  può  coinvolgere  la  strada
            costiera. Altri fenomeni di questa tipologia si riscontrano ad Est, in corrispondenza del
            Bue  Marino,  il  cui  tratto  costiero  è  sottoposto  a  divieto  di  balneazione,  e  a  Sud
            dell’isola,  in  prossimità  di  Punta  Fanfalo.  Nella  zona  di  C.da  Torretta,  ad  Est
            dell’abitato, è stato censito un fenomeno di sprofondamento dovuto a cedimento delle
            volte di una vecchia cavità ipogea di origine antropica. Le cave, diffusissime nell’isola,
            sono  state  riconosciute  anche  nel  Piano  Territoriale  Paesistico  come  elemento
            strutturale  del  paesaggio  di  Favignana  e,  come  tali,  oggetto  di  attenzione  da  parte
            della normativa volta alla riqualificazione, conservazione e recupero di tali aree.

            Levanzo
            La morfologia è caratteristica, in quanto costituita da due rilievi paralleli allungati da
            NNO a SSE culminanti, rispettivamente, nelle cime di Pizzo del Corvo (m. 201) a est e
            di Pizzo del Monaco (m. 278) ad ovest. Tali rilievi sono separati da una depressione
            che attraversa tutta l’isola e si allarga a SE in un’ampia conca denominata La Fossa,
            nella  quale  affiorano  marne  sabbiose  plioceniche,  segnalate  per  la  prima  volta  da
            Malatesta (1957).
            I  terreni  prevalenti  sono  quelli  pre-quaternari,  rappresentati  da  dolomie  e  calcari
            dolomitici del Trias sup. - Lias (Incandela, 1996), mentre i depositi più recenti sono
            presenti solo in piccoli lembi. Fra questi, non sono stati individuati depositi marini più


                                        Analisi Ambientale del Distretto turistico delle Isole Egadi
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