Page 14 - TASK4_2014
P. 14
14
carsiche, faglie, cime, selle, rocce, costoni rocciosi, fossi di ruscellamento, coste,
falesie e tutte le forme che hanno interesse culturale e scientifico). Tali aree sono
sottoposte a regime di conservazione, mantenimento e consolidamento.
Di seguito si fornisce una breve descrizione delle caratteristiche geologiche e
geomorfologiche delle singole isole. Per ulteriori dettagli, riguardanti le dinamiche
territoriali, il rischio geomorfologico, le acque sotterranee, le spiagge e le acque
costiere, si rimanda alla specifica relazione del Task 2.3 “Gestione risorse naturali”
dell’aggregato progettuale.
Favignana
L’isola di Favignana è costituita da una dorsale mesozoica, formata da una
successione continua di dolomie e calcari stratificati con inclinazione diretta a sud,
sviluppata in senso N-S – la cosiddetta Montagna Grossa – e da due aree pianeggianti
estese ad est e ad ovest di essa. La dorsale è delimitata ai due lati da altrettante
dislocazioni tettoniche che hanno ribassato la successione carbonatica
determinandone quindi il ricoprimento da parte di depositi più recenti. Nella porzione
occidentale, tuttavia, i calcari affiorano estesamente testimoniando un abbassamento
sensibilmente inferiore a quello subito dalla porzione orientale. La porzione orientale
dell’isola è interamente formata da arenarie tenere, dette localmente “tufi”, già
utilizzate come pietra da costruzione. Le arenarie, attribuite da Malatesta (1957) al
“Calabriano”, si presentano stratificate in grossi banchi interessati da piccole
dislocazioni, la cui direzione coincide con i motivi strutturali riconoscibili nei terreni del
Mesozoico. Sono inoltre segnalati depositi di spiaggia e continentali di età tirreniana e
post-tirreniana.
L’isola è ricca di manufatti litici, fra i quali prevalgono in genere le ossidiane. Nei
detriti di riempimento della grotta dell’Uccirìa sono stati rinvenuti, oltre a gusci di
molluschi, ossa di mammiferi e selci lavorate, in particolare, denti di Equus (Asinus)
hydruntinus, Bos primigenius e Cervus elaphus.
Dal punto di vista geomorfologico il territorio dell’isola di Favignana non presenta
rilevanti problemi di instabilità. Sono stati individuati fenomeni di crollo nella dorsale
centrale e lungo i versanti mediamente inclinati verso il mare a Nord dell’isola. A
Nord-Est, particolarmente pericolosa risulta la zona di Cala Rossa, in passato oggetto
di attività estrattiva, ove l’arretramento della falesia può coinvolgere la strada
costiera. Altri fenomeni di questa tipologia si riscontrano ad Est, in corrispondenza del
Bue Marino, il cui tratto costiero è sottoposto a divieto di balneazione, e a Sud
dell’isola, in prossimità di Punta Fanfalo. Nella zona di C.da Torretta, ad Est
dell’abitato, è stato censito un fenomeno di sprofondamento dovuto a cedimento delle
volte di una vecchia cavità ipogea di origine antropica. Le cave, diffusissime nell’isola,
sono state riconosciute anche nel Piano Territoriale Paesistico come elemento
strutturale del paesaggio di Favignana e, come tali, oggetto di attenzione da parte
della normativa volta alla riqualificazione, conservazione e recupero di tali aree.
Levanzo
La morfologia è caratteristica, in quanto costituita da due rilievi paralleli allungati da
NNO a SSE culminanti, rispettivamente, nelle cime di Pizzo del Corvo (m. 201) a est e
di Pizzo del Monaco (m. 278) ad ovest. Tali rilievi sono separati da una depressione
che attraversa tutta l’isola e si allarga a SE in un’ampia conca denominata La Fossa,
nella quale affiorano marne sabbiose plioceniche, segnalate per la prima volta da
Malatesta (1957).
I terreni prevalenti sono quelli pre-quaternari, rappresentati da dolomie e calcari
dolomitici del Trias sup. - Lias (Incandela, 1996), mentre i depositi più recenti sono
presenti solo in piccoli lembi. Fra questi, non sono stati individuati depositi marini più
Analisi Ambientale del Distretto turistico delle Isole Egadi