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6 Thynnos. Archeologia della tonnara mediterranea
Da una parte si è isolato il tema del tonno; dall’altra, però, questo generico riferimen-
to è stato ampliato, includendovi le specie affini: quella di ‘tonno’ è infatti un’etichetta
che non restituisce la complessa pluralità di questa famiglia ittica e, soprattutto, non ri-
conosce l’effettivo interesse alimentare dell’antichità (come dell’attualità). Senza questa
estensione, non si comprenderebbero dunque alcune specificità dei sistemi di pesca e di
conservazione del pescato, né certe dinamiche commerciali. La varietà ittiologica è del
resto rintracciabile nella ricchezza della terminologia, oggi diremmo della tassonomia,
antica: tema che si è cercato di delineare almeno nelle sue componenti principali, e sul
quale, in termini introduttivi, si tornerà fra poche righe. Nel frattempo, questa precisa-
zione chiarisce dunque le ragioni per cui, più che al tonno, ci si riferisce ai Tonnidi: una
famiglia ittica ampia che, pur nelle sue declinazioni interne, presenta marcate specificità.
La sua cattura richiedeva precipue conoscenze biologiche e tecniche alieutiche dedicate,
attuate da un’organizzazione complessa che operasse con una definita distribuzione di
ruoli. Si può inoltre facilmente immaginare che le grandi masse biologiche che scaturi-
vano dalla sua pesca ponessero particolari problemi di gestione, oltre che nella vendita
al dettaglio del fresco, nei processi di conservazione dedicati e in altrettanto specifiche
modalità di stoccaggio, trasporto e distribuzione. Queste considerazioni sono formulate
in base alle numerose menzioni nelle fonti, con le peculiari ricette culinarie e la produ-
zione di conserve, che restituiscono un quadro in cui il tonno era un prodotto del mare a
se stante, su cui gravitava un precipuo comparto alieutico e alimentare, che qualcuno ha
ben definito come denaro natante.
Le particolarità e varietà delle specie e dei loro comportamenti richiedeva, si è detto,
strategie di pesca dedicate. Per tentare di comprenderne l’evoluzione, i metodi di cattura
antichi vanno messi a confronto con i moderni: in particolare con la tonnara, o madraga,
tradizionale, il più spettacolare, violento e connotante sistema moderno di pesca medi-
terranea, oggi bene culturale riconosciuto come patrimonio di archeologia industriale
(fig. 1). Chi vuole conoscerne la storia e il funzionamento può contare su un’ampia
disponibilità editoriale che dall’800, dapprima a scopo manualistico e poi, con il declino
della tonnara, mossa da intenti storici, ne ha registrato testimonianze e aspetti etnografici
ed economici; oltre che su alcuni eccezionali allestimenti museografici, ricavati in alcuni
edifici storici delle tonnare stesse in cui si conservano memorie materiali e iconografi-
che. Nello studio della pesca antica del tonno, la tonnara moderna rappresenta per molti
aspetti un vero specchio di riferimento. Per questa ragione, ci si è programmaticamente
avvalsi anche di un metodo basato sul confronto etnoarcheologico, in cui la lettura della
tonnara medievale e moderna viene proiettata criticamente all’indietro sulla pesca nel
mondo antico. Il metodo comparativo è stato già in passato applicato trasferendo sull’an-
tichità metodi e tecniche di pesca moderni: per proporre qualche esempio pertinente, è
stato attuato mediante interviste ai pescatori contemporanei per comprendere certi com-
portamenti dei pesci e degli uomini che li cacciavano nell’Egeo protostorico, o anche
in stime statistiche sul prodotto della pesca, valutando il numero di catture nell’Egeo