Page 4 - tesi monica
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RussoMo2nM0ioc0na4icRausso1985;VACELET, 1964; 1967), quali ad esempio Petrobiona massiliana, Vacelet &
Lévi (1971), un porifero appartenente ad una famiglia che si pensava estinta
alla fine del Cretaceo (VACELET & LEVI, 1958; VACELET, 1964). Dagli anni
'70 in poi cominciano ad essere studiati in particolare i fattori ambientali
marini che regolano la crescita degli organismi dei popolamenti bentonici
nelle grotte. Negli ambienti di grotta, infatti, molte di queste variabili fisiche
e biologiche sono "semplificate" ed in pochi metri si determinano variazioni
di luce, idrodinamismo o apporti trofici che nell'ambiente esterno possono
interessare decine di metri di profondità (CATTANEO & PASTORINO,
1974).
1.1 Genesi delle grotte e descrizione biologica
Strettamente coinvolta nella genesi e nell’evoluzione delle grotte marine, è
l’influenza delle variazioni temporali del livello del mare. Con il trascorrere
del tempo geologico, ad ogni fluttuazione climatica calda segue un
innalzamento del livello marino, e viceversa, ad ogni fluttuazione fredda fa
seguito un abbassamento (CICOGNA et al., 1997). Tra gli estremi climatici, i
tassi di risalita dei mari hanno rilevato dei valori mediamente alti (tra 5 e 10
metri al secolo). Probabilmente durante i periodi geologici intercorsi tra gli
estremi climatici, il livello del mare non potrebbe aver stazionato abbastanza
a lungo sulle falesie per favorire la formazione delle grotte. Al contrario,
durante i picchi freddi, e soprattutto nel corso di quelli caldi, si sono
verificati stazionamenti del livello marino perdurati anche 8.000-10.000 anni,
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