Page 5 - tesi monica
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RussoMo2nM0ioc0na4icRaussodurante i quali il livello del mare ha subito variazioni massime di una decina
di metri. Anche se non si è in grado di determinare, se non a grandi linee, i
tempi geologici necessari alla formazione di un grotta marina, è assai
probabile che sia stato necessario più di un ciclo climatico (10.000 anni) e
quindi più di un "passaggio" del mare. Altro fattore che interviene nella
formazione delle grotte sono i movimenti costieri idroisostatici: durante un
periodo glaciale, il mare scende e la piattaforma continentale risale
elasticamente per la perdita del peso della colonna d’acqua, e viceversa
durante il successivo periodo caldo (CICOGNA et al., 1997). Per il
Mediterraneo, si tratta di movimenti costanti e non ingenti (qualche metro)
(CICOGNA et al., 1997), mentre diversi sono i movimenti (positivi e negativi)
legati alla tettonica costiera di alcune zone italiane: nella Calabria
meridionale e Sicilia orientale si raggiungono tassi di sollevamento che
possono superare i 2 mm\anno, viceversa sulle coste triestine e istriane è
nota una tettonica negativa. Queste sono zone dove in teoria le grotte
dovrebbero subire l’azione del mare solamente per un ciclo climatico, e
quindi dovrebbero essere meno sviluppate (CICOGNA et al., 1997). Il
massimo sviluppo invece si dovrebbe trovare nelle aree carbonatiche stabili o
quasi stabili, con un tasso di sollevamento o abbassamento uguale a zero o
almeno inferiore a 0,5 mm\anno (CICOGNA et al., 1997). Secondo la natura
della loro formazione è possibile distinguere due tipologie di grotte: quelle
continentali da ingressione marina e quelle marine sensu strictu. Al primo
gruppo appartengono tutte quelle cavità la cui genesi (continentale) risulta
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