Page 7 - tesi monica
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RussoMo2nM0ioc0na4icRaussoL'interesse biologico delle grotte marine risiede nel fatto che essendo luoghi
estremamente conservativi, ospitano una fauna spesso peculiare,
rappresentando una sorta di "laboratorio naturale" per lo studio del ruolo e
dell'influenza dei fattori ambientali marini sulle comunità animali (RIEDL,
1978). In grotta, infatti, i gradienti ambientali sono molto intensi (MORRI et
al., 1994): nell'ambito di pochi metri si verificano variazioni di luce, di
idrodinamismo o di apporti trofici che nell'ambiente esterno possono
interessare decine o addirittura centinaia di metri (SARÁ, 1978; BIANCHI,
1994). Questo fa sì che il popolamento delle grotte, più facilmente di altri
ecosistemi, presenti una marcata zonazione; infatti, le specie che lo
compongono non sono distribuite omogeneamente all'interno delle cavità,
ma prediligono settori distinti (BIANCHI et al., 1996; BIANCHI & MORRI,
1999).
Nelle grotte sottomarine, utilizzando come descrittore fisico la luce, sono
state descritte due biocenosi caratteristiche (LABOREL & VACELET, 1958,
1959; PÉRÈS & PICARD, 1964):
1) Biocenosi delle grotte semioscure (GSO). Occupa la prima parte della
grotta dove la luce è insufficiente per la fotosintesi delle macrofite, ma un
ricco popolamento ad elevata biomassa ricopre totalmente le pareti;
2) Biocenosi delle grotte oscure (GO). Ricopre parzialmente le pareti interne
(10-40%). Presenta una biomassa dieci volte più bassa di quella delle zone
precedenti (FICHEZ, 1989), una produzione considerevolmente ridotta
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