Page 9 - tesi monica
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RussoMo2nM0ioc0na4icRaussosoprattutto, Palmophyllum crassum, (Naccari) Rabenhorst (1868). Quest’ultima
è una specie appartenente alla classe delle Cloroficee (prevalentemente
rappresentata nelle acque dolci) ed è forse l’alga più sciafila del Mediterraneo
(ALVISI et al., 1994).
Per quanto riguarda la fauna quasi tutti i phyla marini sono rappresentati in
grotta. Considerando la fauna macroscopica i phyla più comuni sono:
Protozoi, Porifera, Cnidaria, Mollusca, Anellida, Arthropoda, Tentaculata
(con le classi di Bryozoa e Brachiopoda), Echinodermata, Tunicata e
Vertebrata. I poriferi sono probabilmente il gruppo più numeroso in grotta.
La spongofauna delle grotte marine italiane è stata oggetto di molte indagini
(BENEDETTI-CECCHI et al., 1998; CORRIERO et al., 1997; 2000; MORRI et al.,
1994; PANSINI et al., 1977; PANSINI e PRONZATO, 1982; SARÁ, 1958; 1959;
1961; 1968). La maggior parte delle specie massive, come ad esempio Agelas
oroides (Schmidt 1864), si trova solo in prossimità dell'ingresso. Similmente si
comportano Chondrosia reniformis (Nardo 1847) e Oscarella lobularis (Schmidt
1862). Aplysina cavernicola, Vacelet (1959), predilige l'entrata di grotte ampie
situate ad una certa profondità, mentre diverse specie del genere Clathrina si
possono trovare all'ingresso di piccole grotte a bassa profondità. Nelle parti
interne delle grotte si trovano soprattutto spugne incrostanti, come Aaptos
aaptos (Schmidt 1864), Erylus euastrum (Schmidt 1868), Diplastrella bistellata
(Schmidt 1862) e Spirastrella cunctatrix, Schmidt (1868); tra le poche forme
massive o submassive si possono ricordare Geodia cydonium (Jameson 1811),
Ircinia pipetta (Schmidt 1868) e Petrosia ficiformis (Poiket 1798). Ancora più
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