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14.3.4 La coltivazione sinergica
L’approccio sistemico è la strategia capace di permettere il mantenimen-
to delle attività agricole anche nelle aree particolarmente svantaggiate.
Esso è in grado di garantirne il presidio umano nel rispetto di un terri-
torio scarsamente produttivo; riuscendo così a proporre un progetto di
crescita sostenibile. Coerentemente con il Piano di Sviluppo Locale (PSR),
l’approccio sistemico delineato propone la “produzione integrata”, ossia
l’adozione da parte dei produttori agricoli di specifici disciplinari di pro-
duzione integrata. La produzione sinergica sfrutta i principi della natura,
permette quindi il mantenimento degli equilibri degli ecosistemi e la ri-
duzione degli impatti negativi derivanti dall’abuso di prodotti fitosanitari
e fertilizzanti chimici. L’introduzione di tecniche produttive basate sull’e-
sclusione d’impiego di fertilizzanti di sintesi, diserbanti chimici e forme
di difesa (che escludono l’uso di prodotti potenzialmente inquinanti)
permettono la riduzione dell’impatto inquinante del suolo e delle acque
sotterranee. Fattore importante è l’introduzione di operazioni manuali/
meccaniche capaci di ridurre notevolmente le emissioni.
L’adozione di opportuni sistemi di gestione del suolo (rotazioni, sinergia e
compost), invece, migliora la fertilità complessiva del terreno contrastan-
done i fenomeni di erosione e desertificazione. Tali sistemi permettono
inoltre la conservazione dei paesaggi e degli habitat naturali, con ricadu-
te positive sulla tutela della biodiversità insulare .
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14.3.5 Cereali – filiera sistemica
La coltivazione dei cereali è una coltura sfruttante, capace di impoverire
notevolmente il terreno.
La preparazione del terreno destinato alla coltura prevede l’introduzione
esclusiva di biomasse fertilizzanti provenienti dalle diverse attività locali.
Uno tra questi è il composto letame e paglia proveniente dalle stalle di
allevamento. Attraverso la coltivazione sinergica e un sistema di rotazio-
ne è possibile ripristinare la fertilità del suolo per le colture successive.
Per questo motivo è necessaria l’introduzione di piante consociate come
le leguminose e le liliacee. Queste piante hanno la capacità di catturare
l’azoto atmosferico e trasferirlo nel suolo. Consociare tale coltura con file
di leguminose (trifoglio, favino, pisello, ecc..), oltre a contribuire al ripri-
stino del quantitativo di azotato, permette un’azione competitiva naturale
contro la crescita di infestanti . Nella fase di coltivazione svolgeranno un
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ruolo fondamentale nel contrasto alla formazione di parassiti, gli animali
insettivori.
La granella, il principale prodotto, è destinata alla macinazione locale.
La paglia, invece, è venduta all’allevamento limitrofo e usata come prin-
cipale alimento animale al momento del bisogno. I prodotti ricavati dalle
coltivazioni consociate saranno destinati alla vendita locale e costitui-
ranno una nuova forma di reddito per l’azienda cerealicola. Nella filiera
264 /approccio sistemico