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Sebbene in ambito Mediterraneo la disponibilità di dati sulla cattura e sullo sforzo da
pesca per ciascuna flotta artigianale sono scarsi e/o spesso inesistenti, evidenze
scientifiche suggeriscono che la piccola pesca può avere un significativo impatto in
relazione ad alcuni stock (e.g. Vitale et al., 2010). Inoltre, determinati aspetti biologici,
quali ad esempio “comportamenti sessuali reversibili”, possono influenzare negativa-
mente la sostenibilità di specie ittiche sfruttate dalla pesca artigianale.
In particolare, specie proteroginiche, (Diplodus cervinus and Epinephelus margina-
tus), così come specie con sistemi complessi d'accoppiamento (per esempio, sparidi,
labridi e scorpenidi; Lloret et al., 2012), risultano più vulnerabili. Pertanto, gli organi
competenti sulla gestione delle risorse della pesca costiera sono spesso costretti ad
attingere informazioni caratterizzate da un certo grado di incertezza (Vitale et al.,
2011b).

         L’esigenza di trovare soluzioni che possano ridurre il by-catch e lo scarto nasce
dalla sempre più attenta gestione di tutte quelle zone in cui è presente un’area marina
protetta. Infatti seppur poco impattanti, gli attrezzi della piccola pesca comportano
comunque dei danni più o meno intensi su tutti gli organismi. Il benthos infatti, si ri-
trova spesso impigliato nelle reti ed organismi quali stelle marine, oloturie, granchi,
alghe e fanerogame marine, vengono poi rigettati in mare ormai morti o danneggiati.
L’importanza della gestione e dell’utilizzo di attrezzi poco impattanti nelle aree marine
protette, ha suscitato l’interesse dell’Organizzazione dei produttori della pesca di Tra-
pani per lo sviluppo di un progetto denominato “Greca” (Misura 3.5 FEP 2007/2013
COD. PROG. 12/OPI/2013), finanziato dalla Regione Sicilia nell’ambito del Fondo
Europeo per la pesca (FEP), e con la consulenza scientifica del CNR di Mazara del
Vallo. In tale progetto, l’obiettivo primario è stato quello di verificare una rete da posta
fissa modificata per ridurre la cattura degli invertebrati del benthos ed il conseguente
lavoro dei pescatori una volta sbarcati, per la loro rimozione, cercando quindi di ri-
durre anche i danni che spesso gli stessi organismi comportano alla rete.

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