Page 36 - LA PERLA DELLE EGADI
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Falaride di Agrigento tenta di unificare le forze greche in Sicilia    di 100.000 armigeri africani, rafforzata da soldati moziani. Annibale
contro i Punici, ma il tentativo fallisce ancora una volta. La sconfitta     parte da Mozia e. dopo aver distrutto le fortificazioni selenuntine
cartaginese d'lmera ad opera di Gelone l di Siracusa scaturisce              sul fiume Mazara, muove contro la città di Polluce che vince dopo
non dalla raggiunta unità greca, anzi dai contrasti tra i tiranni sicelioti  accanitissima resistenza degli assediati, durata nove giorni. Gli abi-
di Ag rigento e Siracusa da una parte, Messana ed lmera dall'altra.          tanti, eccetto le donne e i bambini rifugiati nei templi, vengono
                                                                             barbaramente massacrati e la città, dopo essere stata saccheggiata
      l Cartaginesi intravedono in questi dissidi del nemico una             di ogni ricchezza, data alle fiamme. L'esercito greco di Agrigento.
buona occasione per espandere il loro dominio su tutta la Sicilia,           di Gela e di Siracusa, con alla testa Ermocrate, arriva a distruzione
secondo l'antico adagio "tra i due litiganti il terzo vince", ed inter-      avvenuta e, senza fermars i o impegnare il nemico in combat-
vengono in forze nel conflitto. È l'anno 480 a.C., lo stesso in cui gli      timenti, s'avvia verso lmera. In quella terribile strage vengono tru-
Ateniesi sconfiggono la tracotanza persiana a Salamina. l Greci,             cidati 16.000 uomini, 5.000 fatti prigionieri e solo 2.500 trovano
superate le dispute intestine, si stringono attorno a Gelone l di            scampo nella vicina Agrigento.
Siracusa che con un geniale stratagemma riesce a penetrare con
la sua cavalleria, mimetizzata con i segni selenuntin i, per l'occa-               Ermocrate, nel 408, occupa Selinunte e, dopo aver ricostituito
sione alleati di Cartagine, nel campo nemico sito sul lato sinistro          un forte esercito, muove guerra a Mozia e a Panormo, delle quali
della foce del fiume lmera.                                                  saccheggia solo i territori circostanti le citta che, invece, res istono
                                                                             ai suoi attacchi. Queste vittorie, quindi, risulteranno effimere, per-
      Amilcare, generale cartaginese, comprende il tranello ed im-           chè subito dopo viene sconfitto e ucciso. La sua morte segna
piega le sue truppe contro i Greci in accaniti quanto inutili com-           la definitiva sudditanza di Selinunte a Cartagine di cui la prima
battimenti. Gli attendamenti punici e le navi alla fonda vengono dati        diviene tributaria fino a quando Dionigi il Vecchio non distruggerà
alle fiamme, l'armata completamente ann ientata. Dopo questa                 Mozia, che dopo il 409 a.C., come tutte le città fenicie della Sicilia,
sconfitta,il prestigio cartaginese deflette alquanto e trascina con sè       diverrà colonia cartaginese e quindi privata del privilegio di coniare
quello delle città fe nicie della Sicilia. Mozia e le Egadi passano          moneta. Le guerre greco-puniche, combattute fino adesso, non han-
sotto il controllo di Ag rigento.                                            no defin ito niente, la situazione resta sempre incandescente. l due
                                                                             mondi, infatti, continueranno a fronteggiarsi minacciosi in attesa
       La ricerca archeologica della zona ha portato alla luce delle         del momento propizio per segnare la definitiva supremazia dell'una
monete di stile greco del tipo attico-eubeico.usato da tutte le città        potenza sull'altra. Da entrambe le parti si cerca il "casus belli" che
elleniche di Sicilia, recanti segni fe nic i e greci con temporaneamen-
te, a testimonianza della soggezione di Mozia e dell'arcipelago              è trovato dal siracusano Dionigi il Vecchio. Un assalto popolare
aeguseo all 'aquila agrigentina. La guerra combattuta da Gelone l
di Siracusa segna un grande evento di civiltà. A Mozia e nelle               contro i Cartaginesi res identi a Siracusa e per riflessa eco ad Agri-
Aegusee, da ora in avanti, diversamente di quanto continuerà a               gento e a Selinunte fa scattare la molla della guerra.
succedere a Cartagine, non si sacrificheranno più i primogeniti a
"Tanit". Qui la vittima umana sarà sostituita da un animale.                        Dionigi fa richiesta al senato cartaginese di lasciare libere le
Questo impose Gelone ai vinti, oltre che alcune concessioni di               città greche di Sicilia già passate sotto il controllo punico. Cartagine
natura economico-militare. Il mondo greco, civile, razionale, cultore        rigetta l'ultimatum del tiranno siracusano. Allora Dionigi si avvia
                                                                             col suo esercito forte di 80.000 uomini e con la flotta di 200 navi
delle scienze del pensiero umano e delle arti, aveva vinto prima             da guerra e 500 da trasporto verso Mozia che pone sotto assedio.
ancora delle armi. Quest'atto di suprema civiltà fece dire a Monte-
squieu, nel suo "Esprit des lois", che trattavasi di "cosa meravi-                  Cartagine tenta di liberare Mozia dall'accerchiamento, inviando
gliosa", perchè per la prima volta nella storia" un vincitore esigeva        in aiuto l'ammiraglio lmilcone che, dopo una breve quanto inutile
una condizione a vantaggio non di sè ma dei vinti medesimi e                 puntata a Siracusa, ritorna a Mozia. Qui batte con sole dieci navi
dell'umana generazione".                                                     una parte della flotta ellenica che si trova fuori del porto.

       Cartagine rifonda la sua flotta e le sue armate mercenarie                   La vittoriosa flottiglia cartaginese pres idia l'uscita del porto,
nell'impaziente attesa della rivincita. L'occasione le viene offerta         togliendo a Dionigi ogni possibilità di rimettere in mare le navi che
dalla guerra tra Segesta e Selinunte che, in dispregio agli accordi,         aveva in precedenza tirato a secco.
sconfin ava continuamente nei territori della prima. Segesta apre le
ostilità e, dopo parecchie sconfitte subite dal suo esercito, si vede               A questo punto il Siracusano con abile e geniale manovra, vero
costretta a chiedere aiuto a Cartagine che invia subito Annibale,            capolavoro d'arte militare, descrittaci nei particolari dallo storico
fig lio di Giscone e nipote di Amilcare. Questi, guadagnatasi la             antico Diodoro il Siculo, fa costruire delle rotaie di legno sulle quali
neutralità siracusana, muove all'attacco con la sua potente armata           ordina che vengano trascinate le navi in mare aperto, fuori dal
                                                                             porto presidiato dai Cartaginesi. E, per evitare l'intervento delle
                                                                             minacciose navi puniche, fa accompagnare questa operazione con

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