Page 37 - LA PERLA DELLE EGADI
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lanci di grosse pie\re. lmilcone. temendo il peggio, abbandona             continua espansione cartaginese in tutto il Mediterraneo. Gli Elleni
Mozia e s'avvia velocemente verso la madrepatria, nella speranza           di Sicilia si sentono chiusi nelle loro "polis" e bloccati nei loro traf-
di non essere raggiunto dalla numerosissima flotta siracusana.             fici. La flotta africana impazza nei mari di cui è diventata la padrona.(11

       l Moziani, lasciati soli, oppongono una strenua resistenza, ma             A questo punto Siracusa commette il più grave errore dalla
alla fine l'astuzia di Dionigi, assecondata dall'assalto notturno di       sua fondazione: si rivolge per aiuti a Roma. È la fine della sua antica
Archilo da Turio, gli permette d'impadronirsi della citta. Il saccheg-     importanza. Essa cessa di svolgere la funzione di capitale morale
go che ne deriva dà ai Greci un ingente bottino; gli abitanti so-
pravvissuti vengono fatti prigionieri e trasportati a Siracusa.            isolana e cede il passo alla lupa capitolina.
                                                                                 È iniziata la secolare ed alterna lotta tra Cartag ine e Roma per
      Dionigi non si accanisce contro i vinti, anzi blocca ogni inutile
strage, mentre sottopone al martirio della croce quei Greci che            il dominio delja Sicilia e di tutto il bacino del Mediterraneo. Sin dal
avevano fatto causa comune con i Moziani. Mozia, però, viene               VI sec. a.C. tra Roma e Cartagine si sono stipulati trattati delimitanti
distru tta e mai più ricostruita. l suoi abitanti scampati alla morte
si raccolgono attorno al promontorio di Lilibeo, ove fondano una           le rispettive zone d'influenza. E Roma rispetta gli accordi perchè
nuova città fortificata da terra e protetta dal mare, grazie ai bassi      non si sente pronta ad affrontare il temibile avversario. Sarà solo
fondali. Lilibeo rappresenterà per lungo tempo un baluardo sicuro          all'inizio del 11 1 sec. a.C. che il senato dell'Urbe incomincerà ad
per i Cartaginesi e una spina nel fianco greco, perchè sarà proprio
dal suo porto che Cartagine marcerà quasi sempre contro le arma-           accarezzare l'idea di attaccare Cartagine e la sua potenza coloniale.
te elleniche. Lilibeo, a differenza di Mozia, città di florid e attività   Bisognerà però aspettare il 264 a.C. per l'apertura delle ostilità
commerciali, di monumenti, di palazzi, sarà ricca di torn, di difese       militari con lo scoppio della Prima Guerra Punica.
e di castelli. L'arcipelago aeguseo continua, in questi anni, a soflrire
per le guerre, passando da un vincitore all'altro. La sua civiltà                Lilibeo immediatamente appoggia la potenza cartaginese di
dell'epoca risulta, infatti, essere costituita da elementi variopinti,
appartenenti a popoli di natura diversa, i quali, però, riescono a         cui è tributaria, mettendo a disposizione degli africani le proprie
convivere insieme, contrariamente a quanto avveniva nella vicina           strutture portuali e le proprie milizie, raccolte anche presso le popo-
costa sicula. Gli Aegusei svolgono, cioè. la parte di spettatori quasi     lazioni aegusee. Per cinque anni i combattimenti si susseguono
passivi, attenti ma non troppo ai fatti che condizionano la loro vita.
le loro scelte religiose, culturali, economiche.                           senza nè vinti nè vincitori. Ma quando finalmente Roma comprende

      Il sogno del grande Dionigi di unificare sotto un unico potere       che Cartagine va battuta nei mari e alleste, sotto il comando di
ellenico tutta la Sicilia s'infrange subito con la scon fitta siracusana   C. Duilio, una flotta di navi rostrate con ponte levatoio, destinato ad
di Cranio del 378 a.C.. Anzi l'idea dell'unificazione viene fatta propria  essere abbassato sulle navi nemiche per trasformare i combatti-
dai Cartaginesi che, con una poderosa flotta composta di 150 navi          menti marittimi in tipo terrestre, l'armata marittima punica subisce
da guerra, sessantamila uomini, 300 carri da guerra e 2.000 da             la pesante sconfitta di Milazzo (260 a.C.), che destina ai Romani
trasporto, sbrcano a Lilibeo, pronti ad invadere la Sicilia. Ma ancora     una maggior spazio nei mari.
una volta la potenza di Siracusa blocca sul nascere la volontà di
dominio dei Cartaginesi che vengono sconfitti da Timoleonte a Cro-               Le ostilità continuano con rinnovato vigore. Racconta Polibio
miso, nel 339 a.C. Nel 276 a.C., Lilibeo resiste ad un nuovo attacco       (Storie, libro l, 44) che Annibale nel 250 a.C. "salpa con diecimila
greco, portato questa volta direttamente daii'Epiro dal re Pirro. chia-    militi e si ormegg ia alle isole aeguesee di pari strada tra Cartagine
mato in Sicilia dai Siracusani. La città, sottoposta per due mesi ad un
duro assedio, alla fine costringe l'invasore ad abbandonarla per           e Lilibeo (qui Polibio non si dimostra un grande cartografo) e quivi
l'impossibil ità di conquistarla. Un ennesimo tentativo viene praticato    çJttende il tempo propizio alla navigazione. Levatosi un forte vento
dal siracusano Dionigi il Giovane nel 268-67 a.C. Ma anche questa
volta Lilibeo si dimostra inespugnabile. Spetterà, quindi, a Roma          favorevole alla navigazione. fa spiegare tutto il velarne e, tenendo
questo arduo compito, ma accorreranno 23 anni di guerre, tinte             in coperta gli armati pronti alla pugna, sospinto dal vento, si dirige
di infiniti lutti.
                                                                           verso Lilibeo". Lo scontro con i Romani non avviene, è solo rinviato
5) Le guerre punico-romane                                                 di nove anni.

      Al deflettere della potenza greca in Sicilia fa opposizione la       Note :

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                                                                           violento come 1 fattr dr pnmo acchrto most rerebbero. adducendo a valido motrvo dr
                                                                           questa tesr. la convrvenza 1n alcune città der due elementi, cosa che, rn ventà. sr
                                                                           rrscontra anche nelle Egadr e a Moz~a. Ma Ira la sopportazione e la convrvenza
                                                                           pacifrca fJ8SSa parecchia differenza. Le guerre contmre tra i due mondi scard1nano
                                                                           queste affcrma710n1. l fornr cremiliOI tedeschi. per fare un esempio a volo p1ndanco.
                                                                           cllmostrano che gl1 EtJre1 verliVano sopportati dal Germani. ma che non si erano
                                                                           inlegrat 1nel tess1 rto connettivo soc1nle: gl1ettì. l S1celioli e i Punici anche se con-
                                                                           vivevano nelle stesse Città si sopportavano reciprocamente. Non è, quindi, la
                                                                           letteratwa naz1onalistica sicellotica ctel IV e 111 sec. a.C. a far apparire te due
                                                                           civiltà in conl inuo cont1asto. nra il susseguirsi degli eventi bellici. c ioè le guerre
                                                                           ct1e elfelllvamontc SI comiJall crono sul suolo s1culo. sin da quando le due st1rp1
                                                                           vennero a d1retto contatto.
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